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La grande Germania ha perso la sua stampella frances

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Parigi,o meglio monsieur Sarkozy, unico alleato rimasto alla cancelliera Merkel per continuare a difendere strenuamente un euro supervalutato rispetto al dollaro, è rimasto vittima dell'abbraccio di ferro teutonico. Che rischia di soffocarlo. Il presidente francese, già avvisato nelle settimane scorse su un possibile declassamento del debito sovrano lo scorso 18 ottobre, ieri ha ricevuto il secondo avviso: «L'aumento dei tassi accompagnato dalle prospettiva di crescita che si deteriorano di giorno in giorno potrebbe portare a un declassamento del rating di Parigi» ha avvertito ieri Moody's. Ovvero la perdita della tripla A, una delle prospettive più infauste per Sarkozy, a circa sei mesi dal voto presidenziale del 2012. Eppure il presidente ci ha messo del suo per meritare il taglio prossimo venturo. Ha seguito la Merkel nei duetti sulla sorte dell'euro, spossessando di fatto Bruxelles del potere decisionale sull'intera Unione Europea. Ha costruito la recessione in casa seguendo il dettato rigorista che ha di fatto strozzato anche l'Italia e cioè imporre rigore senza crescita per tagliare il debito che è la medicina che uccide il malato in cura. Così ha fatto Sarkozy con ben due manovre lacrime e sangue . Infine nell'asse di ferro con Berlino ha acconsentito alla difesa strenua del supereuro. Una politica giusta se la forza dell'euro corrispondesse alla forza effettiva dell'economia continentale, sbagliata se, come ora, l'euro supervalutato non ha altro effetto che deprimere le esportazioni a vantaggio di altri competitori internazionali che, sul cambio debole, hanno costruito la loro forza. America inclusa. Insomma se Sarkozy in nome della grandeur francese sperava di costruire l'euro a due velocità e restare in quello più forte con la Germania mai come ora rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Ed è su questa debolezza che l'agenzia di rating è tornata a dire che la situazione della Francia continua a peggiorare, in particolare, a causa dell'aumento dei tassi, incluso lo spread con i bund tedeschi, e le scarse prospettive di crescita. «È ormai un po' di tempo che la Francia non merita più la sua tripla A» ha sottolineato Laurent Geronimi, direttore per la gestione dei tassi presso Swiss Life Gestion, unendosi al coro di osservatori, politici ed economisti che già da giorni vanno dicendo la stessa cosa. Per Sarkozy, mantenere la preziosa AAA è la priorità nazionale e il governo ha assicurato che il bilancio 2012 è stato costruito proprio in funzione di questo obiettivo. In meno di tre mesi, Parigi ha messo in campo ben due piani di rigore per rispondere a questo imperativo con i risultati sopraccitati. Quello di ieri «è un avvertimento intermedio da parte di Moody's, ma che non sorprende, tenuto conto dei tassi che continuano a crescere e la revisione al ribasso delle stime di crescita del 2012», dall'1,75% all'1% ha sottolineato Frederik Ducrozet, analista del Crèdit Agricole. I timori dei mercati rispetto al debito di Parigi sono cresciuti in questi ultimi giorni. I tassi decennali, barometro della fiducia degli investitori, continuano a crescere anche se restano inferiori ai livelli della primavera scorsa. Ma ad inquietare è soprattutto lo spread con il bund tedesco, che la scorsa settimana ha superato il record dei i 200 punti e ieri è rimasto alto intorno ai 160 punti. «La Francia è ormai nella spirale del contagio e poco importa di tutto ciò che potrà annunciare come misure di rigore e di tutte le promesse che farà, è trascinata in un circolo vizioso», ha detto ancora Ducrozet, aggiungendo: «La Francia subisce duramente il contagio delle pressioni sull'Italia e la Spagna e soffre di un'assenza di credibilità che non smette di accentuarsi». Inutile sperare negli Eurobond tassativamente esclusi da Berlino ieri. Sulla crisi europea ha pesato anche la situazione negli Usa, dove i media hanno riportato che il supercomitato incaricato di stendere una legge mirata a ridurre il deficit di bilancio di almeno 1,2 trilioni di dollari negli ultimi dieci anni non è riuscito a raggiungere un accordo. Come risultato, scatterà un procedimento automatico di riduzione del deficit . E l'agenzia internazionale di rating Moody's conferma il proprio giudizio sugli Stati Uniti dopo il fallimento della supercommissione anti-deficit. È stato confermato il rating AAA con prospettive negative.

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