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E gli indignati Usa accusano: «Manovre oscure per screditarci»

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Secondoil programma «Up» della rete tv Msnbc, il canale in chiaro più progressista del panorama televisivo americano esiste un piano per screditare il movimento di Occupy Wall street e tutti quei politici che hanno espresso una certa simpatia con le richieste degli 'indignati' di Zuccotti Park, a partire dal presidente Barack Obama e i leader del partito democratico. Sarebbe questo, in sostanza, l'obiettivo principale della strategia d'intervento di una delle più grandi imprese di lobby - vicina al Grand Old Party repubblicano e alle grandi organizzazioni finanziarie che - secondo questa ipotesi - avrebbe preparato per cambiare «la narrazione» finora favorevole alla protesta, condizionare i media e mettere in cattiva luce le richieste della piazza. Il piano è stato diffuso dalla Clark Lytle Geduldig & Cranford, una conosciutissima impresa di lobbying di Washington. Due dei suoi titolari, nel recente passato, hanno lavorato per lo Speaker della Camera, il repubblicano John Boehner. Il memorandum è stato proposto ai vertici dell'organizzazione dei banchieri americani, la American Bankers Association (Aba) e prevedeva una spesa di 850 mila dollari per condurre una vera e propria campagna d'informazione manovrata che aveva come obiettivo anche Barack Obama e il partito dell'asinello, ovvero i democratici. Nel memo si può leggere che la tesi da sostenere è che «una eventuale vittoria democratica nel 2012 potrebbe danneggiare Wall Street e gli obiettivi degli operatori di borsa». Di contro, «un'affermazione repubblicana, avrebbe portato benefici a tutto il settore finanziario». Sempre nel testo, scoperto dal programma, si ricorda che se i democratici riuscissero a ottenere i voti dai militanti anti-Borsa, i danni agli operatori di Wall Street. potrebbero avere «effetti non solo a breve ma anche a lungo termine». Infine, nel testo si ricorda ai banchieri americani che una vittoria democratica potrebbe non essere necessariamente la loro prima preoccupazione. «Semmai - si legge nel documento - il problema è che anche ampi settori del partito repubblicano, preoccupati dalla saldatura tra Occupy Wall Street e il Tea Party, potrebbero cominciare a non difendere più la grande finanza». Jeff Sigmund, il portavoce della Aba, ha confermato di aver ricevuto la proposta. Tuttavia ha assicurato che prima di tutto «non era stata richiesta» e che poi «nessuno intende portarla avanti». No comment da parte dei titolari dell'azienda di lobbying. Del caso, invece, parla Michael Steel, portavoce di Boehner. Non sa nulla del progetto, però replica a ogni accusa dicendo che proprio Barack Obama è uno dei maggiori «beneficiari delle donazioni da parte delle grandi aziende quotate a Wall Street». Una tesi che il Gop porta avanti da tempo. E che Anita Dunn, una delle responsabili della campagna di Obama ha smentito categoricamente: «Siamo davanti ai finanziamenti grazie alla massa dei nostri piccoli contribuenti. E poi, se Obama fosse così amico di Wall Street, come si spiega che la riforma della finanza è passata malgrado una feroce opposizione del partito repubblicano?». Memo a parte, è Newt Gingrich, ex Speaker e candidato repubblicano alla Casa Bianca, l'ultimo a scagliarsi contro i ragazzi di Zuccotti Paek con una battuta delle sue: «Il mio consiglio è andate a cercarvi un lavoro, ma prima fatevi un bel bagno...». Ang.Per.

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