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Nel 2012 il Tesoro cerca 440 miliardi. Il debito sotto il 120% del Pil

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Percui, anche se i mercati continuano a chiedere maxi-rendimenti sui nostri titoli di Stato e la speculazione a picchiare sull'Italia, non bisogna farsi prendere dalla paura, «che quasi sempre è una cattiva consigliera». Maria Cannata, dirigente generale del Tesoro per il debito pubblico, la donna responsabile di rifinanziare sul mercato i quasi 1.900 miliardi del debito pubblico italiano, invita a non farsi scoraggiare dal momento difficile che vivono Bot e Btp. «L'anno prossimo dovremo emettere 440 miliardi di titoli di Stato (a cui si aggiungono altri 50 miliardi da qui a fine anno, ndr): sembra proibitivo ma non lo è, anche se diventa più complicato perché gli investitori sono spaventati per la volatilità del mercato». Cannata ha ricordato che le aste «sono sempre andate bene», almeno dal punto di vista della domanda, anche se «il costo delle emissioni non mi ha certo fatto fare salti di gioia». In ogni caso non sono attesi «grossi impatti sui conti pubblici» dai maxirendimenti dei Btp, a patto che che non duri «troppo questo ambiente disturbato». Sul fronte del debito qualche novità positiva è attesa dalla recente revisione della metodologia Istat di calcolo del Pil. Il rapporto debito/pil - atteso dal Tesoro al 120,6% a fine anno - «sarà forse 120%, forse anche qualcosa in meno, il 119,9%». Cannata, che ha stigmatizzato l'enfatizzazione da parte dei media delle notizie cattive («si deve parlare dei problemi ma non si può parlare solo dei problemi», perché si rischia di generare «una spirale di sfiducia che si autoalimenta»), ha detto che il problema del debito sovrano non è «solo dell'Italia ma anche dell'Europa». «Il contagio è dilagato», ha affermato, ricordando che «la Francia ha raggiunto i livelli di spread dell'Italia a giugno», e ieri quello di Austria, Finlandia e Olanda è aumentato di 30 punti base. Dunque «sono le triple A che iniziano a soffrire». Per uscirne «è importante che ogni Paese faccia i suoi compiti», ma occorrono anche risposte rapide dall'Europa. «C'è un problema di credibilità per l'Eurosistema: si deve accelerare ed essere più coraggiosi con misure più decise». Ma la crisi del debito pubblico tiene sotto pressione anche le banche. Nel nostro Paese, ha detto il direttore centrale di Bankitalia, Franco Passacantando, ce ne sono alcune con «deficit» di liquidità e con un «problema di funding all'ingrosso». Non a caso i finanziamenti chiesti alla Bce «a fine ottobre» hanno raggiunto circa il 19% del totale accordato nell'Eurozona, contro il 4-5% del passato. Fortunatamente i nostri istituti dispongono ancora di 100 miliardi di attivi stanziabili alla Bce per ottenere liquidità.

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