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Obama diventa sponsor di Monti

Barack Obama

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È arrivato a tarda sera il sostanziale via libera al nuovo governo Monti da parte del presidente Usa, Barack Obama che, dalle Havaii dove è in corso il vertice dell'Apec, ha detto che i cambiamenti nei governi greco e italiano sono positivi. «I nuovi governi in Italia e in Grecia attueranno le riforme necessarie». Un plauso arricchito dall'invito all'Europa a non sedersi sugli allori. «L'Ue ha ancora del lavoro da fare per superare la crisi. E non crescerà in modo forte fino a che i problemi non saranno risolti». Insomma «c'è ancora del lavoro da fare rassicurare con forza i mercati che Paesi come l'Italia siano in grado di finanziare il proprio debito» ha spiegato l'inquilino della Casa Bianca. Un appoggio internazionale che si aggiunge alle investiture arrivate al professor Monti dal club dei potenti della terra. Così ad esempio il duo Merkel-Sarkozy che avrà sicuramente sorriso per le dimissioni del Cavaliere, meno per la quantità di titoli greci che le banche francesi e tedesche hanno nei loro bilanci, sarebbe pronto a fare stampare un biglietto aereo per Roma già da domani per venire a omaggiare il nuovo leader di un governo tecnico, ovvero non eletto dalla volontà del corpo elettorale. A rendere evidente il proposito è stato l'autorevole quotidiano francese Le Monde che ha sostenuto ieri che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, avrebbe proposto venerdì scorso, nella telefonata al presidente Giorgio Napolitano, di recarsi a Roma insieme con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, subito dopo la formazione del nuovo governo, per sostenere Mario Monti qualora dovesse essere nominato presidente del Consiglio italiano. Sarkozy, secondo il quotidiano, «vuole che questo esecutivo duri» e «ritiene che non ci siano motivi di ricorrere ad elezioni immediate in Italia per organizzare il salvataggio dell'euro». Il capo dell'Eliseo, secondo la stessa fonte, avrebbe proposto «di prendere, se necessario, contatti con i responsabili politici locali» per «garantire a Monti la maggioranza necessaria a formare un governo duraturo». Più che sponsor insomma Monsieur le President si configurerebbe alla stregua di un attivista del partito di Monti. Non solo Francia e Germania. Ad aggiungersi al partito internazionale del nuovo premier è stato anche l'ex leader laburista e premier britannico Tony Blair. Al quale l'ipotesi di Monti alla guida dell'Italia piace. «Conosco Monti, ha delle capacità eccezionali ed è altamente rispettato in tutto il mondo» ha detto Blair in un'intervista concessa alla trasmissione «Ballarò» in onda ieri sera. Alla domanda sugli sbagli commessi, a suo avviso, da Silvio Berlusconi, Blair ha risposto: «Penso che non sia delicato guardare indietro, agli errori che sono stati commessi. Perché è stato un periodo molto difficile per tutti, per chi ha ricoperto un incarico di primo ministro». «Adesso - ha aggiunto l'ex primo ministro britannico - il problema è come possiamo attuare le riforme che sono necessarie e urgenti in tutta Europa. La mia opinione personale è che non ci sono misure a breve temine che possano funzionare in questo momento, a meno che non siano inserite in un contesto di credibilità a lungo termine. Questo vale per l'Europa nel suo insieme ma anche per i singoli paesi. Ecco perché servono i cambiamenti, sia per quanto riguarda la politica fiscale europea, sia per il modello sociale europeo». La lista di «estimatori» a livello internazionale del neo senatore a vita Mario Monti si è allungata annoverando anche Christine Lagarde, direttore generale del Fmi. «Conosco molto bene Mario Monti, ho molta stima e rispetto per lui, penso che sia una persona estremamente competente con la quale in ogni caso ho sempre avuto un dialogo allo stesso tempo produttivo ed estremamente intenso», ha detto a Tokyo l'ex ministro delle Finanze francese nel corso della conferenza stampa al termine della breve visita in Giappone, prima di partecipare al summit dell'Apec alle Hawaii. È un fatto, ha osservato, «che rappresenta un segnale sia di chiarimento sia di credibilità delle istituzioni politiche, elementi fondamentali di stabilizzazione della situazione sul piano generale». Non manca anche l'indicazione della traccia di lavoro per il futuro premier. «L'Italia deve attuare misure aggiuntive con stabilità e credibilità politica» perché è «necessario implementare le riforme su basi stabili, solide e sostenibili».

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