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Domani la squadra di Monti: nodo Letta-Amato

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta

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Al momento "non ci sono margini" di trattativa per l'inserimento di Gianni Letta e Giuliano Amato nel governo Monti. È quanto riferiscono diverse fonti del Pdl secondo le quali l'ipotesi sarebbe tramontata a causa dei veti del Pd sul nome del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Si starebbe ragionando su altre ipotesi.    GLI OSTACOLI A complicare l'ingresso di Letta e Amato, spiega un dirigente del Pdl, sarebbe stato anche il tipo di soluzione prospettata al Pdl: mantenere per Letta lo stesso incarico che aveva nel governo Berlusconi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre per Amato, riferiscono le stesse fonti, sarebbe stato prospettato un ministero "di peso", sembra quello degli Esteri. Circostanza che avrebbe visto la contrarietà del Pdl, convinto che a Letta dovesse andare un ministero altrettanto importante, come la Giustizia o la Difesa.  Ma è stato soprattutto il veto del Pd sul nome del braccio destro del Cavaliere, spiega un ministro uscente, a generare l'impasse. Dalla quale, secondo un dirigente di via dell'Umiltà, non si vedrebbe più via d'uscita. Tuttavia un'altra fonte, generalmente bene informata, sostiene che il desiderio di Monti, sostenuto dal Quirinale, di avere se non dei politici almeno dei tecnici di area, potrebbe spingere verso altre soluzioni. "Si sta ancora trattando, ma su altre ipotesi", spiega un ministro uscente senza tuttavia spiegare oltre.   LA SQUADRA Tra le indiscerzioni che trapelano sui nomi sulla lista dei ministri che Monti mostrerà domani a Napolitano, c'è anche il nome del prefetto Pansa agli Interni, anche se la candidatura più accreditata al momento sembra quella di Anna Maria Cancellieri. Per l'Economia si parla dell'interim allo stesso Monti e la nomina di quattro vicepremier. Per l'Istruzione le quotazioni del rettore della Cattolica Ornaghi è in calo, mentre salgono le quotazioni di Francesco Profumo, presidente del Cnr e in seconda fila di Marco Mancini presidente della conferenza dei rettori delle università italiane. Per quanto riguarda la Giustizia il nodo è aperto: il Pd ha chiesto forti garanzie di equilibrio e oltre a questo pesa la necessità di una adeguata presenza femminile nel governo; dunque oltre ai nomi di Capotosti o Mirabelli, si fanno anche quelli di Livia Pomodoro e di Paola Severino. Per la Funzione Pubblica Torchia (anche se non ci sarebbe il gradimento di Brunetta), Malaschini ai Rapporti con il Parlamento, Clini all'Ambiente, Mosca Moschini alla Difesa, Settis ai Beni culturali, Secchi allo Sviluppo Economico. INGRESSI POLITICI Un'altra casella su cui il Pd chiede di dire la sua, senza avanzare candidature, è quella del Welfare (ci dovrebbe essere l'accorpamento con la Sanità), dove finora si era parlato di Dell'Aringa. Al ministero degli Esteri potrebbe andare Giuliano Amato, visto che Mario Monti insisterebbe su una figura "forte" sul piano internazionale. Nei giorni scorsi erano circolate anche le candidature di Massolo, Castellaneta e dell'ambasciatore Aragona. Alle Infrastrutture potrebbe andare Catricalà. Domani ale 11 Monti presenterà la squadra a Giorgio Napolitano. Non è escluso, però, che in un secondo momento potrebbero esserci nuovi ingressi politici.  

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