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Bossi si sente tradito dal Cav

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Umberto Bossi lascia la Camera per recarsi a palazzo Grazioli

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"Bossi si sente tradito da Berlusconi". E' questo l'umore del leader del Carroccio secondo quanto viene riferito da chi lo conosce bene. Anche se, in nome di quel sodalizio umano che ormai esiste da anni tra i due, il Senatur sembra capire le ragioni dell'"amico Silvio" che - questo sarebbe il ragionamento di Bossi - non vorrebbe tradire il patto con l'alleato più fedele ma allo stesso tempo non vuole nemmeno spaccare il Pdl e così è costretto a determinate scelte. Nel corso di una riunione a Montecitorio (mentre ancora si esaminava il ddl di stabilità) il premier ha tentato l'ultima carta cercando di convincere i leghisti Roberto Maroni e Roberto Calderoli (Bossi invece ha preferito disertare l'incontro ed è rimasto nell'aula della Camera) a rivedere o quantomeno ammorbidire la loro posizione sul governo Monti. Ma la Lega ha risposto picche, "nulla è cambiato" fanno sapere. Poi, è lo stesso Senatur a ribadire, ai giornalisti che lo incalzavano, la posizione del Carroccio: con un esecutivo Monti, ha ripetuto, "andremo all'opposizione. Come si fa a sostenere un governo che farà portare via tutto e privatizzare le municipalizzate?". Se questo comporterà una rottura con Berlusconi, non è chiaro. Su questo Bossi e' sibillino. "Vedremo" dice, aggiungendo un criptico "sosterremo il governo" facendo intendere però che sia targato centrodestra, come è uscito dalle urne del 2008. Questo, viene spiegato in ambienti a lui vicini, potrebbe significare che l'alleanza con Berlusconi rimane in "stand by"; un modo per lasciare uno spiraglio ad una rinnovata futura alleanza Lega-Pdl. Perché nonostante la nettezza della posizione leghista, non mancano timori nel Carroccio sulla fine dell'alleanza con il Pdl che comunque gli ha consentito di andare al governo nazionale ma soprattutto alla guida di diverse amministrazioni al Nord. Sul "no" ad un governo Monti, però, nel Carroccio nessuna crepa. I leghisti sono consapevoli che nei primi mesi ne pagheranno le conseguenze e saranno sotto l'attacco di tutti perché saranno gli unici all'opposizione. Ma, questo è il ragionamento dei lumbard, lo spread si abbasserà, l'emergenza dell'economia finirà e la gente dimenticherà in fretta; Monti dovrà necessariamente fare scelte impopolari e quando si andrà a votare nel 2013 (molti sono convinti che Monti finira' la legislatura) la Lega avra' recuperato - si dicono convinti - il consenso perduto negli ultimi tempi tra gli elettori. Oppure, prosegue lo stesso ragionamento, "la montagna partorira' un topolino" perche' Monti, bloccato dalle astensioni incrociate, non riuscirà a far approvare granché. Tra i leghisti, però, c'è il timore che il nuovo esecutivo tecnico, appoggiato dalle opposizioni, possa fare una nuova legge elettorale che danneggi il Carroccio. In ogni caso, assicurano i leghisti, contro Monti in Parlamento sarà opposizione durissima salvo, viene spiegato, valutare nel merito i provvedimenti, volta per volta, perché - viene garantito - "la Lega ha buon senso". E l'ipotesi Dini? Alla Lega non è mai piaciuta, garantiscono in molti, e già nelle prime ore di questa giornata convulsa, veniva data per "acqua passata" da autorevoli esponenti del partito.

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