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Nel Pdl cresce il "partito del non voto"

L'aula della Camera dei deputati

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I malpancisti del Pdl vedono il voto anticipato come un «suicidio politico» e un «grave errore» visto che la «crisi economica e finanziaria si fa sempre più grave» e «nessuno può permettersi di andare alle urne così al buio». Nonostante Berlusconi insiste nell'indicare il voto come strada maestra, aumentano gli scontenti pronti a fare qualcosa per arrivare a un nuovo governo di centrodestra con un altro premier. I sei deputati dell'Hassler restano sempre i più attivi e sono in corso riunioni e contatti tra Roberto Antonione, capofila del dissenso azzurro insieme a Fabio Gava e Giustina Destro e l'ex responsabile Luciano Sardelli. L'obiettivo è quello di un gruppo autonomo alla Camera, ma hanno difficoltà a trovare per ora i numeri. Allo stato si discute anche sull'ipotesi di un nuovo documento per accelerare la fase di transizione, ribadendo con forza il no alle urne. Ma Antonione smentisce l'ipotesi di un nuovo testo: «Vogliamo verificare i numeri per un gruppo, ma senza far precipitare gli eventi». Anche Claudio Scajola ha detto chiaro e tondo, sul sito della sua fondazione, che è contrario al voto. Ma i suoi non hanno intenzione di fare nessun gruppo con gli 'Antonione boys' e portano avanti la loro battaglia nel Pdl. Al "partito del non voto" si è iscritto il "Grande Sud" di Gianfranco Miccichè che avverte: « Il voto adesso significa rendere più instabile e meno credibile il nostro Paese». Anche tra gli ex responsabili, ora nel gruppo 'Popolo e territoriò, in tanti considerano le «elezioni un problema». Anche ministri azzurri di peso come Franco Frattini e Raffaele Fitto avrebbero ribadito pure oggi la loro contrarierà alle urne. Silvio Berlusconi tace in proposito e sta alla finestra: secondo alcune fonti con l'annuncio delle dimissioni avrebbe voluto dare anche la stura a ogni malumore interno per stanare i 'traditorì. Movimenti anche in area ex An. Molti deputati si consultano in queste ore per mettere a punto una soluzione che non porti dritto alle urne. Molto attivo Ignazio La Russa che ha contattato tra gli altri Fabio Rampelli per ragionare su un esecutivo sempre a guida centrodestra ma con l'allargamento della maggioranza a chi ci sta. Per loro, il voto è solo la subordinata. Ai piani alti di via dell'Umiltà si guarda con attenzione a 30-40 deputati pidiellini della 'zona grigià che potrebbero «fare massa» per evitare le elezioni in questo momento. E gli emissari del Cavaliere starebbero lavorando per convogliarli verso un esecutivo dove resterebbe protagonista Berlusconi. Anche oggi, a Palazzo Grazioli, continua il via vai dei vertici del Pdl per fare il punto con il premier.  

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