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Lo spettro della crisi gela lo spettatore

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E dopo la proiezione un'ossessione: andare in banca a ritirare i soldi

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Inballo roba tossica, ma non è una storia di spacciatori: è il film sul fallimento della Lehman Brothers, nel maggio del 2008. Il regista premio Oscar Curtis Hanson ci ha cucito sopra un eccezionale thriller. Chi guarda il film si torce sulla sedia. A tutti gli spettatori (chi più chi meno) viene voglia di correre in banca a ritirare i soldi. Il film ha tutte le caratteristiche del giallo. Tranne una. L'assassino, anzi, gli assassini, sono, più o meno, ancora tutti nei posti che contano. Il film «Too Big To Fail - Il crollo dei giganti» è stato presentato ieri alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Basato sull'omonimo bestseller di Andrew Ross Sorkin, (De Agostini), «Too Big To Fail», che sarà trasmesso da Sky Cinema 1HD in prima serata domani, schiera un cast stellare: la figura centrale è Henry «Hank» Paulson, con il viso di William Hurt, segretario del Tesoro ed ex presidente e ad di Goldman Sachs, che tenta di salvare dal fallimento la Lehman, ai tempi la quarta banca d'investimento degli Stati Uniti. Paulson si butta anima e corpo nell'impresa perché sa che se Lehman cade si porterà dietro mezza economia del Paese. Il numero uno del gigante del credito al tracollo, Dick Fuld, è uno strepitoso James Woods. A lui le parti da «squalo» riescono sempre bene. E nel «mare» dell'economia globale nuotano solo pesci grossi e voraci: Paul Giamatti è il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke; Billy Crudup è Timothy Geithner, presidente della New York Federal Reserve Bank; Bill Pullman dà il volto al presidente e ad di JP Morgan Chase, Jamie Dimon; Matthew Modine è il numero uno di Merrill Lynch, John Thain; Cynthia Nixon (ma sì, quella di «Sex and the City») è l'assistente per gli affari pubblici al Dipartimento del Tesoro. All'inizio del film chi non mastica di economia ha l'impressione di non capire esattamente cosa sta accadendo. Poi, con l'abilità di un grande regista, Hanson mostra chiaramente che anche economisti e banchieri non capiscono cosa stanno facendo: semplicemente inseguono smodati guadagni. Facendo finta di non sapere che stanno tagliando il ramo dove sono seduti. Una battuta di Hurt svela tutto: «Stavano guadagnando troppo per pensare ad altro». Il pubblico trema: oggi le cose non sono cambiate molto. I «killer» della finanza sono ancora lì. E si vede.

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