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Le opposizioni vogliono soltanto la testa del Cavaliere

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I«compagni» ci provano in ogni modo. Martedì al telefono, ieri con varie «consultazioni informali». Pd e Terzo Polo ribadiscono al presidente della Repubblica la disponibilità a un governo di emergenza e pongono l'uscita di scena di Berlusconi come condizione unica per concorrere all'approvazione di qualunque misura anti-crisi. Per far fronte ai continui raid speculativi contro l'Italia - è il loro ragionamento - non basta più turarsi il naso e votare i provvedimenti del governo. «Il problema ormai è la credibilità di Berlusconi». Se il premier non fa un passo indietro «ogni sacrificio sarà inutile», dicono. I primi a salire al Colle sono i centristi. Una delegazione del «Nuovo Polo» composta dal leader Udc Pier Ferdinando Casini, dal vicepresidente di Fli Italo Bocchino e dal fondatore di Api Francesco Rutelli. Casini è categorico: «L'Italia ha due problemi che sono chiari a tutti, dalle Piramidi al resto del mondo: la non credibilità di Berlusconi e il Paese che non cresce. Noi abbiamo detto al Capo dello Stato che, nonostante siamo all'opposizione, siamo disponibili a prenderci la nostra dose di responsabilità per i sacrifici, ma il problema di Berlusconi viene prima del problema della crescita». Gli fa eco Bocchino: «Serve un governo di ricostruzione nazionale che assuma la responsabilità delle misure necessarie a far uscire il Paese dalla crisi. C'è un problema di credibilità che riguarda Berlusconi, per cui se resta alla guida del governo qualsiasi misura rischia di essere inutile». Di qui la disponibilità di Fli a un «governo di larghissima convergenza che coinvolga le diverse sensibilità istituzionali e politiche». Un esecutivo «serio» di larghe intese, «con una guida credibile e che comprenda anche il Pdl», è quanto si spinge a ipotizzare anche Massimo D'Alema. È la «discontinuità» indicata anche dal Pd. Bersani, dopo aver riunito i vertici del partito, incontra per quasi un'ora Napolitano e dichiara che i democratici sono «pronti» ad un governo di transizione, retto da una personalità stimata a livello internazionale. L'identikit profilato dalle opposizioni disegna il volto di Mario Monti, ma - assicura Casini, - «nessuno ha fatto nomi». «L'ordinaria amministrazione è impossibile e sta portando l'Italia al disastro economico - puntualizza Rutelli - Ma nessuno chieda al Capo dello Stato alcun intervento, egli registra i fatti e le decisioni delle forze parlamentari». Opposizioni a parte, al Colle in serata sale anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Stamattina toccherà al Pdl e alla Lega.

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