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Nel trattamento del dolore cronico non oncologico si sono registrati negli ultimi decenni notevoli progressi, anche se frutto, il più delle volte, della pratica piuttosto che di metodiche basate su nuovi inquadramenti teorici del problema.

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Nelcaso del tapentadolo, farmaco recentemente approvato dall'FDA per la cura del dolore cronico benigno, è stata segnalata in una review di "The Lancet" dedicata al trattamento del dolore cronico non oncologico, la possibilità che si presenti la sindrome serotoninergica. Si tratta di una condizione potenzialmente letale, dovuta all'innalzamento dei livelli di serotonina, una sostanza prodotta dal sistema nervoso centrale. Questo rischio accomuna il tapentadolo ad altri farmaci, quali gli antidepressivi e un altro analgesico di largo impiego come il tramadolo. L'impiego del tapentadolo, dunque, richiede da parte del medico curante un'attenzione particolare a questo aspetto, e alla eventuale somministrazione concomitante di altri farmaci che potrebbero generale lo stesso effetto.

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