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Crisi, Ultimatum Ue a Berlusconi

Angela Merkel e Nicolas Sarkozy

Il Cav: cambio pensioni. No della Lega

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«Siete stati rassicurati da Berlusconi? Vi fidate di lui?» Nicolas Sarkozy tace un attimo, fa una smorfia, poi, con un sorriso un po' imbarazzato un po' di sufficienza, si rivolge ad Angela Merkel, quasi volesse condividere con lei lo scetticismo e il disagio per non aver ricevuto risposte convincenti. Il siparietto, accolto con una risata in sala stampa, va in scena al 18° minuto dell'incontro del Cancelliere tedesco e del presidente francese con i giornalisti al termine della sessione a 27 del vertice europeo. «Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità delle istituzioni italiane, politiche, economiche e finanziarie», si limita a rispondere Sarkozy. «Avete fiducia in Berlusconi?», incalza subito dopo un giornalista italiano. La Merkel capisce e replica con diplomazia: «Noi abbiamo avuto un colloquio con il capo del governo italiano, è il nostro interlocutore e contiamo su di lui». Ma questo è solo un aspetto, quello mediaticamente più umiliante, riservato all'Italia al summit europeo. Il «direttorio» Merkel-Sarkozy ha di fatto «commissariato» il nostro Paese dettando tempi e contenuti di un pacchetto di riforme sul quale, con tono perentorio, hanno detto di aspettarsi «rassicurazioni» entro mercoledì prossimo quando ci sarà l'Eurogruppo conclusivo. Questo significa che Berlusconi ha tre giorni di tempo per mettere a punto con Tremonti un pacchetto di riforme strutturali in grado di abbattere il debito pubblico e aiutare la crescita. Il presidente francese e il Cancelliere non hanno nascosto la sfiducia verso l'affidabilità di Berlusconi rivelando piuttosto di confidare nella sponda del Quirinale. L'Italia viene posta sullo stesso piano della Grecia, in una posizione subordinata rispetto alla Spagna che, come ha sottolineato Sarkozy, «non è più in prima linea nella crisi del debito sovrano grazie agli sforzi di Zapatero e al senso di responsabilità dell'opposizione». Il presidente francese e la Merkel hanno usato parole sferzanti ma anche il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, noto per la sua pacatezza, riservatezza e capacità di mediazione, ha usato espressioni dure. Berlusconi ha avuto prima un incontro con Rompuy poi con la Merkel e Sarkozy e il tono è stato quello di un ultimatum. Tant'è che dai partecipanti al lavori del Consiglio Ue è emerso che il problema-Italia si chiama Berlusconi. Il Cancelliere ha indicato come priorità la riduzione del debito e la crescita. «L'Italia è un grande e importante partner per l'Europa, ma di fronte alla crisi deve assumersi le proprie responsabilità». Il che vuol dire che «dalle autorità italiane devono essere prese misure strutturali per abbattere il livello del debito nei prossimi mesi e per la crescita». Sarkozy ha ammonito: la solidarietà europea va meritata. Non si può chiedere la solidarietà dei partner se i Paesi che la chiedono non fanno sforzi adeguati». Nell'attacco di Sarkozy alcuni hanno visto l'irritazione del presidente francese per il mancato rispetto dell'impegno di Berlusconi sulle dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi per far posto a un francese nel board della Bce. Quali misure ci chiede la Ue? Van Rompuy ha dettato l'agenda: «L'Italia deve rassicurare che le misure coraggiose prese, sul bilancio, la riforma del mercato del lavoro, della giustizia, le privatizzazioni, la lotta all'evasione fiscale, siano attuate in tempi rapidi». Ma per ripristinare la fiducia non bastano le misure c'è bisogno di una prospettiva chiara. Van Rompuy ha quindi descritto una road map da qui al nuovo Consiglio di mercoledì che vede la Ue «lavorare a braccetto con l'Italia, in modo che il resto dei Paesi membri dell'Unione - ha spiegato - siano rassicurati quanto al fatto che l'Italia mantenga quanto ha promesso». Insomma una sorta di tutoraggio. L'Italia, di qui a mercoledì, dovrà rassicurare i mercati e i partner europei. E tra queste non ci può essere il condono, bocciato implicitamente dalla Ue, ma quello che Bruxelles si attende è un altro giro di vite sulle pensioni, tagli alla spesa improduttiva e privatizzazioni. L'ultimatum è simile a quello dato alla Grecia. Mercoledì prossimo, prima del vertice dei leader dell'eurozona, si terrà anche un nuovo summit dei capi di Stato e di governo dei 27 Paesi dell'Unione Europea. I riflettori accesi sull'Italia hanno eclissato le difficoltà di parigi e Berlino nel trovare la soluzione per il fondo salva stati.

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