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Quando il Consiglio dei ministri finisce, il nodo pensioni è ancora sul tavolo.

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Berlusconitenta allora l'ennesima mediazione e si trattiene a cena a palazzo Chigi con il leader del Carroccio, Giulio Tremonti e i ministri leghisti Maroni e Calderoli. All'incontro partecipa anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. È lui, durante il consiglio dei ministri a ribadire la necessità di trovare un accordo sulle misure per la crescita all'interno dell'esecutivo. «Dobbiamo mettere nero su bianco le misure, non possiamo mettere a rischio la tenuta del Paese - sarebbe stato il suo ragionamento - Berlusconi può andare a Bruxelles solo se ci saranno le condizioni per un'intesa, non può diventare il capro espiatorio di divisioni all'interno del governo». L'intesa potrebbe arrivare a partire dall'unico punto di mediazione cui si sarebbe giunti nella serata di ieri: quei 40 anni di contributi che garantiscono a tutti la possibilità di andare in pensione a prescindere dall'età. La Lega potrebbe, infatti, accettare il ripristino dell'età minima a 62 anni previsto dalla legge Maroni per coloro che hanno 35 anni di contributi, ma per il Carroccio la soglia dei 40 anni non si tocca. Perché se è vero che le pensioni di anzianità con 40 anni di contributi (e quindi liquidate spesso prima dei 60 anni) sono circa due terzi del totale delle pensioni di anzianità e un intervento su questa tipologia potrebbe portare risparmi per oltre un miliardo di euro l'anno, è anche vero che è soprattutto delle pensioni degli operai del Nord che stiamo parlando. A cena Berlusconi, Letta e i rappresentanti del Carroccio avrebbero tentato, allora, di capire come regolamentare tutte le altre specifiche del sistema pensionistico, ma la trattativa continua. Bossi lascia palazzo Chigi poco dopo le 22, in macchina e senza rilasciare dichiarazioni. Il governo decide di riservarsi tutta la giornata di oggi per trovare la quadra. Il prossimo Cdm si terrà probabilmente domani mattina. Solo poche ore prima del nuovo vertice che attende Berlusconi a Bruxelles. Il premier avrebbe, però, intenzione di inviare un documento di indirizzo all'Ue per indicare i punti e le scadenze delle misure per la crescita allo studio del governo. Sull'argomento in Consiglio dei ministri sarebbe intervenuto anche Tremonti, che avrebbe spiegato che occorre sì indicare i provvedimenti al vaglio del governo senza però scendere troppo nel dettaglio, per evitare che siano altri Paesi a determinare scelte che competono all'Italia. Il responsabile dell'Economia, in ogni caso, avrebbe sottolineato la necessità di varare solo misure condivise dall'Europa, forse alludendo a quei 12 condoni previsti in una prima bozza del decreto - ma smentiti dal ministero dello Sviluppo - che lui proprio non condivide.

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