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«Inutile accusare le gomme, solo una fatalità»

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Leimmagini dell'incidente sono state riproposte da molte televisioni, lei che idea si è fatto dell'incidente? «Le gare di moto sono molto belle, e sanno regalare enormi gioie sia ai piloti che agli appassionati, purtroppo ogni tanto presentano un conto salatissimo. Marco è scivolato perdendo aderenza al pneumatico anteriore, una scivolata banalissima di quelle che se ne vedono tantissime ogni domenica, purtroppo invece che scivolare verso la parte esterna della curva la moto è rientrata in pista attraversandola per intero, in quel momento i piloti che sopraggiungevano dietro di lui nulla hanno potuto per evitare Marco centrandolo in pieno». E qui torna purtroppo il tema dell'inevitabilità. «Quando ti arriva addosso una moto di quasi 200 kg non ci sono protezioni che tengano». Le gomme della MotoGp sono da tempo sotto accusa da parte dei piloti: troppo dure, arrivano tardi in temperatura e i piloti nei primi giri sono costretti a rischiare molto per rimanere in piedi. «Sì, le gomme della MotoGp quest'anno hanno causato molte cadute, con vittime eccellenti: ma non si può puntare il dito sulle gomme anche perché è chiaro che ci troviamo sempre davanti a una coperta troppo corta. Ai miei tempi tutti volevamo gomme morbide, immediatamente efficaci ma da metà gara in poi ci trovavamo tutti in crisi di aderenza. Oggi molti piloti siglano il miglior giro durante la fine del gran premio: le moto sono perfette, non si scompongono ma è chiaro che nei primi giri sono fredde e quindi bisogna stare attenti». Che Simoncelli ricorderà? «Era una persona simpaticissima, per la sua bontà lo consideravo ancora un bimbo. La sua fidanzata è bergamasca e l'ultima volta che ci siamo incontrati ci siamo strappati la promessa di incontrarci non appena il mondiale sarebbe finito. Lo aspettavo a Bergamo per la fine del mese, ma purtroppo non sarà più possibile e sto davvero molto male».

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