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In Molise sfida all'ultima scheda

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A urne apertissime, con il 70 per cento di schede scrutinate, per la presidenza della Giunta del Molise si profila un testa a testa tra Paolo Di Laura Frattura, candidato del centrosinistra, e Michele Iorio, candidato uscente del centrodestra. La differenza fra i due è lievissima. Gli altri due candidati, Antonio Federico del Movimento cinque stelle e Giovancarmine Mancini della Destra sono fermi rispettivamente a 5,04 e a 1,03. Mancano però i dati dei centri più importanti: Campobasso, Isernia e Venafro. Qui Paolo Di Laura Frattura sarebbe passato, sia pure di poco, davanti al governatore uscente. Dunque, una lotta corpo a corpo. In cui può accadere ancora di tutto e di più. Potrebbe vincere, ad esempio, Paolo Di Laura Frattura del centrosinistra, ma la maggioranza in consiglio, quindici minuti dopo la mezzanotte, ce l'ha il centrodestra. Questa incredibile anomalìa, che non ha precedenti nel Paese, potrebbe portare addirittura ad un aumento dei consiglieri regionali. Seconda grave anomalìa, oltre che una grandissima delusione per il cittadino che chiede invece a gran voce che si facciano tagli alla politica. Due invece i dati certi e significativi della tornata elettorale. Primo. Il calo dei votanti (59,79 per cento), sceso di 5,3 punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Ad Agnone, dove si è votato per le amministrative lo scorso mese di maggio con la vittoria del centrosinistra, il calo dei votanti è stato addirittura di 11 punti. Secondo dato. Anomalo ma vistoso. Riguarda il voto disgiunto. Mentre i partiti della coalizione di centrodestra reggono, in qualche caso addirittura aumentano i consensi, tantissimi elettori hanno dato il loro voto al candidato del centrosinistra, accogliendo così l'appello che Frattura, esponente moderato, aveva rivolto agli elettori moderati a poche ore dal voto. Il fenomeno del voto disgiunto - che sta rallentando non poco lo spoglio - potrebbe determinare una sorpresa sul filo di lana e sta tenendo con il fiato sospeso Iorio il quale è riuscito ad avere come alleati l'Udc e una parte di Fli. A differenza dell'Udc, presente con il proprio simbolo, Fli ha dato «libertà» di voto: così è accaduto che il coordinatore regionale, Quintino Pallante, è nel listino di Iorio, mentre altri esponenti - tra i quali il capogruppo regionale, Tony Incollingo - sono candidati con Frattura. Un comportamento, quello di Udc e Fli, che ha tenuto lontani dal suolo molisano i due rispettivi leader, così come ha fatto Silvio Berlusconi - deputato eletto in Molise - che alle precedenti elezioni si era visto ben tre volte per sostenere Iorio. Durante la campagna elettorale sono invece intervenuti Alfano, Bersani, Frattini, Vendola, Miccichè, Storace, D'Alema, Mastella, per dirne alcuni. È arrivato anche Beppe Grillo, il quale a Isernia, Termoli e Campobasso ha tenuto comizi-spettacolo che hanno avuto più partecipazione di tutti. E i dati provvisori danno al rappresentante di Grillo un buon successo. Questa volta la parte del leone pare la stia facendo anche Antonio Di Pietro, il leader dell'Idv (il cui figlio Cristiano è candidato). In alcuni centri ha superato il 20 per cento e in tantissimi è il primo partito del centrosinistra. D'altronde, per 18 giorni l'ex Pm ha battuto palmo a palmo la terra natia, girandola in lungo e in largo. Certo, anche se è ancora tutto in gioco, non sono buoni segnali quelli che stanno arrivando dai vari centri della regione per il governatore uscente. Significa che il cuore del Molise non scoppietta più per lui come una volta, visto che non brilla nelle sue roccaforti come Isernia, Venafro e Termoli? Se così è significa che prima o poi il troppo nuoce a tutti. Oppure che qualcuno della coalizione non si è comportato con lealtà. A queste elezioni molisane il centrosinistra, ma anche il centrodestra, ha voluto attribuire una valenza nazionale, trasformando il mini test molisano come una rivincita dopo le tante sconfitte subìte nella regione e il rilancio o «l'onda lunga) per il ritorno a palazzo Chigi. Naturalmente a destra sono abbacchiati. Tutti si guardano attorno un po' stupiti. Come se fossero in attesa del colpo di scena. Le stesse televisioni non sono ingolfate con le solite facce come in altre occasioni.Nessun big ad apparire e a parlare, nonostante la provvisorietà del risultato. Nè Pierluigi Bersani, nè il segretario di Sel Vendola che pure hanno qualche ragione per esprimere soddisfazione del faccia a faccia. Ma il risultato elettorale è legato soprattutto a specifiche questioni locali. Ad esempio il mancato boom del centrodestra a Campobasso viene addebitato all'amministrazione del sindaco del Pdl, tenuto conto che nel capoluogo regionale alle elezioni amministrative del 2009 lo schieramento a sostegno di Di Bartolomeo aveva vinto con un njotevole vantaggio. Luna di miele subito finita dunque.Stessa storia a Termoli, dove il primo cittadino Basso Di Brino nella primavera di due anni fa aveva abbattutto la roccaforte rossa. Poi c'è il caso di Montenero di Bisaccia, il paese di Di Pietro, dove nonostante la guerra fratricida dentro l'Italia dei Valori per la candidatura di Cristiano, figlio del leader, il partito dell'ex pm resuscita. Il governatore uscente fino a tarda sera non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione. I giornalisti hanno provato a fargli dire qualcosa senza tirare fuori nulla, se non la delusione del momento.

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