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Roma riparte ma senza cortei in centro per un mese.

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Ilsindaco Gianni Alemanno dà una boccata d'ossigeno alla città sfregiata dagli estremisti che sabato hanno messo a ferro e fuoco la città, in particolare nella zona di San Giovanni in Laterano, nel triangolo della Cristianità. Nel suo potere di Commissario straordinario per l'emergenza traffico, ha firmato l'ordinanza che vieta per un mese lo svolgimento di cortei in tutto il I Municipio. In questo territorio saranno possibili solo manifestazioni stanziali, da tenersi nelle seguenti aree: piazza Bocca della Verità, piazza Santi Apostoli, piazza della Repubblica, Circo Massimo, piazza Farnese, piazza San Giovanni, piazza del Popolo e le sedi istituzionali secondo le prescrizioni della Questura. L'ordinanza, che mira a proteggere Roma dai violenti dopo le violenze dei black bloc durante il corteo degli Indignati di sabato scorso, è destinata a scatenare polemiche. A partire dalla manifestazione dei metalmeccanici della Fiom prevista per venerdì prossimo. Gli organizzatori avevano espresso la ferma intenzione di sfilare per le vie della città, mentre fonti della questura indicavano che la linea era di mettere a disposizione solo una piazza per un sit-in. Anche se per i black bloc quella della Fiom a Roma sarà «uno spazio politico troppo qualificato per riempirlo», in sostanza, «non ci saremo». E nell'ordinanza del sindaco Alemanno si fa riferimento agli scontri verificatisi sabato scorso durante la manifestazione degli Indignati, alla luce dei quali si rende necessario «rivalutare» i regolamenti relativi allo svolgimento delle manifestazioni nel cuore della città. Nelle premesse dell'ordinanza, Alemanno auspica poi nuove regole per i cortei in modo da «coniugare il diritto alla manifestazione con la massima assicurazione di tutela del diritto alla sicurezza urbana, alla libera fruizione del territorio cittadino, ivi compreso il diritto alla libera circolazione e mobilità». Un diritto che ha subito «una generale compromissione» nei disordini avvenuti sabato scorso durante il corteo degli Indignati, «oltre una grave turbativa per le condizioni di sicurezza sociale della comunità». Alemanno hai poi ribadito la necessità del sostegno alle forze di polizia. «Dobbiamo sempre essere vicino alle forze di polizia che rischiano la vita per la sicurezza di tutti - ha aggiunto - perché quando poi questi ragazzi vengono demonizzati e criminalizzati nasce quella che chiamiamo "la sindrome del G8", nasce la difficoltà di intervenire. Questo è il messaggio che voglio dare per evitare che situazioni di questo genere si ripetano in futuro». Alemanno dà così seguito alle sue parole di sdegno per quanto accaduto sabato. Ha chiamato i violenti "belve" dopo averli chiamati "animali" e ha chiesto di isolarli come si fece negli anni '70 con i terroristi. Il sindaco vuole che a nessun costo Roma torni a vivere una giornata come il 15 ottobre per colpa dei teppisti. In sostanza scene come quelle del luglio 2001 a Genova o di due giorni fa a piazza San Giovanni non devono più ripetersi nella capitale. «I violenti - dice Alemanno - non devono avere forme di indulgenza perchè solo così li si può colpire». Da qui un ragionamento sugli interventi concreti. «Mi sto confrontando con le altre autorità, con il ministro degli Interni sulle misure da prendere per difendere Roma da queste manifestazioni - aveva detto Alemanno prima di firmare l'ordinanza - In realtà, la nostra intenzione è quella di salvaguardare il diritto a manifestare separandolo dalla violenza e dai disagi dei cittadini». E mentre si accingeva a dire no a tutti i cortei per un mese nel cuore di Roma, invocava «la solidarietà di tutti, dei sindacati e dei partiti per ottenere un cambio di passo». Immediata la reazione della Cgil che ritiene il provvedimento del sindaco di Roma Gianni Alemanno che vieta i cortei nel I Municipio «sbagliato» e chiede di ritirarlo. «È un provvedimento sbagliato - ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso - da ritirare». Chissà se avranno da ridire anche sulla cittadinanza onoraria per gli eroi che hanno lavorato per evitare il peggio. Il vicesindaco Sveva Belviso ha annunciato che «Roma Capitale conferirà la cittadinanza onoraria e donerà una medaglia agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine, della Polizia municipale, dei Vigili del fuoco e della Croce Rossa che con alto senso dello Stato e delle istituzioni, hanno difeso la città con coraggio e professionalità». Ai feriti ha fatto visita il sindaco all'Umberto I. «Ho ringraziato a nome della città un carabiniere e un agente di polizia per quello che hanno fatto». Quanto alla violenza della protesta gli uomini delle forze dell'ordine «hanno raccontato la sensazione netta di sentirsi un bersaglio di qualcosa di piu» di belve che volevano uccidere. Il carabiniere ha raccontato di questo palo che è stato messo dentro al blindato e il poliziotto di essere stato ulteriormente protetto dai suoi colleghi per non essere aggredito quando stava per terra con la gamba spezzata». Il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri ha visitato la sede storica del Movimento sociale italiano (poi An e oggi Pdl) di via Etruria, devastata.

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