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Legge Stabilità e decreto sviluppo all'esame del Consiglio dei ministri

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Siaper le materie da affrontare (e tra queste Legge di Stabilità e, probabilmente, un primo confronto sul decreto sviluppo, fuori sacco). Sia per i tempi stretti del confronto (dalle 9 alle 11 poi tutti alla Camera ad ascoltare il premier nella richiesta di fiducia). Ma c'è anche il solito malumore, neanche troppo celato, che serpeggia tra i rappresentanti del Governo e nella maggioranza dopo l'incidente che ha mandato sotto l'esecutivo a Montecitorio sull'assestamento di bilancio. Incidente provocato anche dall'assenza del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che però si è già giustificato: «era al ministero al lavoro sulla legge di stabilità». Ma sarebbe proprio la legge di stabilità a questo punto il problema. Al di là delle contestazioni politiche è proprio il contenuto del provvedimento a mettere in allarme i ministri. Tra le varie misure emerse ieri da una prima bozza non ci sono infatti ancora indicazioni sui famigeratì tagli ai ministeri sui quali i ministri hanno fatto un serrato fuoco di sbarramento. Ma nel testo è indicato comunque che se non procedono si va a nuovi «tagli lineari». Tagli che già riguardano un po' tutti e in particolare, secondo quanto scriveva nei giorni scorsi la Ragioneria Generale dello Stato, soprattutto lo Sviluppo economico guidato da Paolo Romani. Ma una sorpresa per Romani nella bozza emerge: i soldi dell'asta delle frequenze non andranno più alle tlc (quindi non le gestirà più lo stesso Romani) ma ad un fondo presso il Tesoro. Quindi i fondi li gestirà direttamente Tremonti. Il che potrebbe raffreddare i rapporti tra i due dopo che oltretutto a Romani è stato affidato il compito di coordinare i lavori sul decreto Sviluppo. Coordinamento al quale il Tesoro partecipa ormai solo a livello tecnico. Se non bastassero le molte frizioni all'interno del Governo anche l'opposizione ci mette la sua: dopo la bocciatura dell'articolo 1 dell'assestamento (problema anche questo che potrebbe essere sul tavolo del Cdm) il Pd chiede che sia sospesa l'approvazione della legge di Stabilità. Poi annuncia che in Senato farà ostruzionismo «ovunque». In aula e nelle commissioni. Tra le misure per lo sviluppo appare ormai tramontata l'ipotesi del condono («non è all'ordine del giorno», dice Maurizio Sacconi), anche se il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto è un aperto sostenitore, ma anche la patrimoniale. Intanto il ministero di Renato Brunetta annuncia 2 semplificazioni. Ma sugli effetti del decreto resta l'indicazione fornita del premier Berlusconi: non si può caricare il decreto di attese sproporzionate.

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