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Scajola al Cav: serve una scossa

Da sinistra l'ex ministro Scajola e Berlusconi

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Per descriverli hanno rievocato immagini che normalmente accompagnano rivoluzioni e colpi di Stato. Un gruppo di congiurati che trama per scalzare il «tiranno» e prenderne il posto. A Claudio Scajola questa descrizione non piace e lo dice chiaramente, parlando a Saint Vincent, alla convention «Verso un nuovo Pdl»: «Non siamo né carbonari né chi pugnala alle spalle». L'ex ministro, piuttosto, ha un'altra preoccupazione. «È necessario - spiega - che Berlusconi sia artefice di una grande scossa, di una grande svolta, come fece nel '94 quando fermò la macchina da guerra di Occhetto. Altrimenti il Paese non si salva». Il messaggio di Scajola non è certo originale. Da tempo, all'interno del partito del premier, si discute su un ritorno allo spirito del '94. Ma stavolta, il fatto che il suo malessere si sia in qualche modo legato a quello di Beppe Pisanu, ha immediatamente scatenato coloro che, da tempo, parlano di un possibile ritorno della Dc.   Anche su questo, però, l'ex ministro è netto: «Il Pdl in verità non è mai nato, Berlusconi ha costruito il primo contenitore nella provvisorietà della competizione elettorale, ma adesso serve una casa che accolga tutti i moderati, mischiandoli insieme, che porti a compimento il progetto. C'è bisogno di costruire un percorso dove il nuovo Pdl possa diventare il raccoglitore di un partito dei moderati nel quale si trovino tutti coloro che si sono persi nel bipolarismo imperfetto di questi anni». Si tratta di un'esigenza, prosegue, che si avverte «leggendo i giornali che si "collocano nel centrodestra" e quello che dicono molti esponenti del Pdl. Se non si semplifica ma si leggono bene le carte si coglie come nessuno può pensare che nasca una nuova Dc. L'impegno dei cattolici nella politica ha avuto due fasi e adesso ne sta nascendo una terza».   Insomma, nessuno trama nell'ombra per liberarsi di Berlusconi. Anzi, per Scajola, proprio il Cavaliere deve essere e può essere «protagonista» di questa fase che si «deve aprire». Come? L'esponente Pdl evidenzia due passaggi. Il primo è quello degli interventi concreti: «Non possiamo pensare di affrontare una crisi di questa gravità, che ormai colpisce tutte le categorie, con la la politica urlata e della contrapposizione. Perché vedo anche all'interno del Pdl il rischio di chi si lascia tentare dall'idea che il consenso degli elettori non si ottenga con la concretezza del programma, ma con il chiasso, lo scontro». Il secondo passo, a questo strettamente legato, è l'allargamento della maggioranza anche ad altre forze che magari, attualmente, si trovano all'opposizione: «C'è bisogno di un un governo che abbia una maggioranza parlamentare più vasta per garantire di potere uscire dalla crisi». La mano tesa all'indirizzo dell'Udc è fin troppo evidente, ma stavolta la sollecitazione di Scajola non scatena polemiche. Anche perché in mattinata l'ex ministro ha ricevuto la «benedizione» del segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano che si dichiara per nulla preoccupato da ciò che sta accadendo nel partito. Anzi, nell'annunciare che la prossima settimana incontrerà il «malpancista», rilancia: «Lo incontrerò per valutare insieme quali siano i quesiti politici forti, che intendiamo considerare con serietà. Non sono preoccupato della fronda interna. Sono convinto che ci siano soggetti importanti all'interno del Pdl e nella storia di Forza Italia, come Claudio Scajola, che pongono delle questioni che non vanno sottovalutate». E anche il coordinatore del Pdl Sandro Bondi lancia ponti verso i «dissidenti»: «Sono certo che gli amici Claudio Scajola e Beppe Pisanu, che hanno svolto in questi anni un ruolo importante sia a livello politico che governativo a fianco del presidente Berlusconi, sapranno offrire il proprio contributo alla nuova fase che si aperta con l'elezione di un segretario politico nazionale e nell'indicazione della prospettiva politica della costituente popolare ispirata ai valori e ai programmi del popolarismo europeo». Il diretto interessato incassa il primo risultato e a chi gli chiede dei suoi rapporti con Alfano risponde: «Con lui mi sento tutti i giorni, come mi sento con tutti. Si è creato un gran clamore attorno al nulla. Questo succede per il semplice motivo che se non ci sono luoghi dove potersi incontrare, discutere e definire delle strategie, evidentemente nascono delle polemiche e ci si parla poi attraverso i titoli dei giornali». E mentre il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo invita «a trovare le sedi di partito per discutere i problemi» («anziché fare cene che trovo ormai un po' superate»), Mario Landolfi si spinge oltre: «Temo che l'incontro Alfano-Scajola possa rivelarsi insufficiente se non seguiranno altre iniziative come la convocazione della Direzione nazionale da parte di Berlusconi».

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