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Bossi striglia la Lega e Maroni fa retromarcia

Umberto Bossi, della Lega Nord

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Referendum, legge elettorale, secessione e congressi provinciali. Sono questi gli argomenti che stanno mandando in subbuglio la Lega. Fronti aperti che vedono schierati su fronti opposti maroniani e «cerchisti» (i fedelissimi del Senatùr). E proprio ieri è stato Roberto Maroni, dopo una riunione con Umberto Bossi a Via Bellerio, a tentare di mettere un ordine sulle sue dichiarazioni favorevoli al referendum cancella-"Porcellum" e da alcuni interpretate come una "spinta" al voto anticipato: «Sono tutti retroscena infondati. Io ho detto un'altra cosa ho parlato solo del referendum». Ma proprio l'incontro con il Capo sarebbe servito al titolare del Viminale per chiarire le sue posizioni in materia di riforma della legge elettorale che, tra l'altro, non sarebbero poi così distanti da quelle di Roberto Calderoli. Entrambi, infatti, ritengono che la questione non debba entrare nell'agenda politica prima di gennaio, sottolineando così l'impossibilità di un voto anticipato già nella primavera del 2012. Eventualità che lo stesso Bossi ha escluso intervenendo domenica notte, a sorpresa, in provincia di Varese. Il Carroccio «mantiene la parola» e «non abbandoneremo» il Pdl che ci ha dato i voti per il federalismo». Ma lo sfogo più duro il Senatùr lo riserva alle fronde interne: «Nella Lega ultimamente vedo troppa gente che parla a vanvera, questo devo dirlo, troppa gente, addirittura mi fa passare la voglia di far politica. La gente ci doveva essere all'inizio a fare la Lega, ma non c'era». Un richiamo che sembra destinato ai sindaci «ribelli», Flavio Tosi, primo cittadino di Verona, (aveva detto che il dibattito sull'esistenza della Padania «non serve» ed «è filosofia») e Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso, reo di aver affermato che «la Padania è un sogno e tale resterà perché l'Italia è unica e indivisibile». Altro tema di frizioni sono i congressi. Dopo le vittorie dei candidati «maroniani» in Valcamonica e a Brescia, Bossi ha dato il suo endorsement a Maurilio Canton, in vista della consultazione di Varese, in programma per domenica. Un nome che fa saltare il difficile compromesso coi «maroniani» che, invece, sono pronti a sostenere l'ex segretario, Leonardo Tarantino. In ambienti vicini a Maroni però si cerca di tenere un basso profilo assicurando che tra gli obiettivi del ministro, non c'è alcuna intenzione di fare "strappi" eclatanti ma solo di rafforzarsi sul territorio. Da ciò infatti si potrà vedere chi ha una maggiore forza numerica nel Carroccio.

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