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Legge elettorale, Fini: meglio tardi che mai

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Il presidente della camera Gianfranco Fini intervistata a SkyTg24

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{{IMG_SX}}"La proposta di Angelino Alfano? Meglio tardi che mai". Lo dice Gianfranco Fini, parlando della legge elettorale e dell'idea del segretario del Pdl di riformarla intervistato da Maria Latella per SkyTg 24. "Come si fa a non comprendere che se ragioniamo di legge elettorale esce dal dibattito la riforma di dimezzare il numero dei parlamentari?", si chiede Fini. "E' prioritario ridurre il numero dei parlamentari", afferma il presidente della Camera in un'intervista al programma di Maria Latella. "In tempi rapidi si potrebbe giungere ad una riforma di questo tipo e parallelamente discutere di legge elettorale", continua Fini. "La legge elettorale va cambiata, ma sarebbe meglio mettere nell'agenda della discussione il dimezzamento dei parlamentari e la fine del bicameralismo perfetto e parallelamente discutere della legge elettorale. Se non lo si fa, l'idea è che se sia tutta propaganda". FIDUCIA SULLE INTERCETTAZIONI Sarebbe un fatto di "gravità inaudita" se il Governo mettesse la fiducia sul ddl intercettazioni.  Lo ha detto il presidente della Camera parlando a SkyTg24: "Mi auguro che almeno su questo argomento il governo rifugga dalla tentazione di mettere la questione di fiducia, saremmo in presenza di un fatto di inaudita gravità politica". Ha precisato Fini: "Non perché io sia contrario ad una legge che regoli in modo diverso l'utilizzo delle intercettazioni.  Anzi, il Terzo polo metterà a punto una propria proposta in modo che alla magistratura sia consentito di usare le intercettazioni per le indagini, e contemporaneamente si renda impossibile la divulgazione di intercettazioni che non hanno nulla a che vedere con il reato. Siamo perfettamente coscienti che ci sono problemi che vanno risolti, la cosa che non siamo disposti a tollerare è che si dia un colpo di spugna, si cancellino i processi, si accorcino o si allunghino i processi a seconda delle esigenze dell'imputato. Questo è un uso personale delle istituzioni, che una delle ragioni della mia dissociazione dal presidente Berlusconi un anno fa". MAGGIORANZA IN CRISI "Quello che manca sono le ricette. Confindustria cosa chiede? Chiede riforme strutturali, di intervenire sul sistema previdenziale, sul mercato lavoro. Il problema non è una settimana o di 15 giorni ma, il problema è che la maggioranza non sa che pesci prendere. Berlusconi si è accorto che tutto ciò che dice di condividere gli è impedito dalla sua maggioranza e guarda caso è proposto dalle forze dell'opposizione". Lo afferma Fini, rispondendo a Maria Latella che gli chiede se, a suo dire, il governo sarà in grado di dare risposte entro una settimana alle forze sociali. IL RISPETTO DELLA LEGGE "Non si può disprezzare le regole e fare leggi ad personam, dico al presidente del Consiglio", spiega Fini che sottolinea di aver già a suo tempo incronciato le scaibole con Berlusconi perché "non ci si puo' presentare come alfieri della legalita' e della sicurezza dei cittadini e poi disprezzare ogni tipo di regole e, come tante volte è accaduto, farsi delle leggi ad personam e per giunta non dotare le forze dell'ordine delle risorse di cui hanno bisogno". "C'è nel paese un forte disincanto nei confronti della politica, con punte di esagerazione e disgusto. Non me la prendo con i cittadini, ci sono certo anche i provocatori di professione - riconosce Fini - ma chi sta in mezzo alla gente sente che e' il cittadino medio a voltare le spalle alla politica. E non possiamo mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e dire che sono gli italiani che non capiscono né si può dire come fa qualcuno - sottolinea ancora polemicamente - che i giornali esagerano. C'è chi eccede, ma o la politica dà il buon esempio o perde credibilità".

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