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"Così si apre un conflitto istituzionale"

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«Incostituzionale» e destinato soltanto «a fare confusione». Il presidente dell'Associazione regionale delle autonomie locali del Lazio, Donato Robilotta, boccia l'articolo 14 della manovra economica: «È a serio rischio di incostituzionalità in quanto fortemente invasivo delle competenze delle Regioni in quanto l'articolo 123 della Costituzione prevede che sia la Regione, attraverso il proprio Statuto, a determinare la forma di governo, mentre l'articolo 122 attribuisce alle Regioni il potere di stabilire con propria legge il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità dei componenti della giunta e dei consiglieri regionali, e quindi anche il numero dei consiglieri, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge dello Stato». Il numero uno dell'Arall rimanda quindi al mittente la norma anche perché «dà disposizioni tassative in merito al numero dei consiglieri regionali spettanti a ciascuna Regione in base al numero di abitanti corrispondenti ma non abroga l'articolo 2 della legge 108 del 68 che prevede una diversa articolazione del numero dei consiglieri rispetto al numero degli abitanti. Tutto questo crea solo confusione istituzionale e potrebbe causare qualche problema già alle imminenti elezioni di ottobre della Regione Molise. Ecco dunque che rischia di aprirsi un conflitto istituzionale senza precedenti». L'articolo 14 è «palesemente incostituzionale» anche per il presidente del Consiglio dell'Umbria e vicecoordinatore della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome, Eros Brega. «Di fatto interviene – aveva avvertito Brega subito dopo l'approvazione della manovra - su materie in cui sussiste una riserva di competenza statutaria e legislativa regionale, ai sensi degli articoli 122 e 123 della Costituzione». Dello stesso avviso il numero uno del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese: «Certamente questo provvedimento del governo va inserito nel contesto economico particolarmente difficile che sta attraversando il Paese e in questo senso giustifica i tagli che devono essere fatti anche ai costi della politica. D'altro canto è pur vero che questo intervento, in particolare, si pone in netto contrasto con l'autonomia delle Regioni, estromettendo di fatto il ruolo che svolgono i Consigli regionali e contravvenendo al dettato costituzionale che rimanda ai singoli Statuti l'opportunità di decidere il numero dei consiglieri e degli assessori. Credo quindi - conclude Abbruzzese - che sarà necessario discutere di queste scelte nei luoghi deputati dal nostro sistema democratico. E mi riferisco alla Conferenza delle Assemblee legislative e alla Conferenza Stato-Regioni, istituti che avranno il compito di individuare una sintesi con il governo anche in questa materia». A. D. M.

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