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Alfano: avanti fino al 2013

Il segretario del Pdl Angelino Alfano

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«Intendiamo arrivare al 2013. Berlusconi non ha alcuna voglia di dimettersi». In piena bufera mediatico-giudiziaria, Angelino Alfano parlando al meeting del Pdl a Cortina, esclude in modo perentorio, qualora ce ne fosse bisogno, l'ipotesi di una fine anticipata della legislatura e quella di geometrie politiche variabili come un governo tecnico o di larghe intese. Di fronte al popolo del Pdl, turbato dalle intercettazioni sul premier e dalle voci ricorrenti di un passo indietro del presidente del Consiglio, Alfano usa toni rassicuranti. «La Costituzione prevede solo due modi e non cinque o dieci per la fine della legislatura - dice - o le dimissioni del premier o la sfiducia del Parlamento. Per quest'ultima è andata male e il premier non ha nessuna voglia di dimettersi». Poi richiama il Pdl alla compattezza attorno al premier. «Noi continueremo a difendere Berlusconi e la nostra storia e lo faremo con orgoglio dobbiamo essere consapevoli che il proposito brutale è quello di mandare a casa Berlusconi ma quello più insidioso è affermare che questi 18 anni sono una parentesi buia della storia della Repubblica». Alfano poi respinge ogni idea di maggioranze allargate: «No alle larghe intese perché sono solo una perifrasi per mandare a casa Berlusconi». E aggiunge: «Il nostro partito è indispensabile per fare le larghe intese e il Pdl dice no alle larghe intese». Quindi si va avanti così perché «l'unica alleanza che può dare stabilità al Paese è quella tra Berlusconi e Bossi».   Il segretario nazionale chiede al popolo del Pdl uno scatto d'orgoglio, li sprona a credere nel Pdl e nel suo successo. «Siamo convinti che nel 2013 possiamo vincere le elezioni e tornare al governo, possiamo parlare agli indecisi e dire loro cosa farebbe la sinistra se dovesse andare al governo al posto nostro». Ma in questo momento di incertezza bisogna fare anche una scrematura interna. «Dobbiano chiedere anche a tutti i dirigenti del Pdl - ha aggiunto - se tutti credono che nel 2013 vinceremo. Chi non ci crede si faccia da parte e lasci giocare chi ci crede. Abbiamo bisogno di gente che ci crede e di nuovi volontari che partecipino, non per la sedia o per i posti ma per la passione». Alfano attacca le opposizioni e facendo uso dell'ironia marca la differenza: «Mentre noi tenevamo fermo il valore della libertà, altri si affidavano alle querce, agli asinelli e alle margherite. Da noi un valore, loro animali e piante». Il segretario irride in particolare a quella strana alleanza tra Bersani, Vendola e Di Pietro. Ma ne ha anche per quanti all'interno del Pdl pensano alla soluzione delle correnti. Usa la metafora sportiva, ovvero «per far vincere una squadra ci vogliono talenti e un buon clima di spogliatoio. Se manca quest'ultimo aspetto è difficile che la squadra possa vincere». Il che significa «nessuna corrente ma un solo slogan: idee, parole e valori». Alfano ha poi indicato la strada per il futuro decidendo «che saranno messe delle regole entro un mese. Non ci sono - ha sottolineato - proprietari di tessere. Ciascuno vale uguale all'altro. Ci sono 8 mila Comuni e devono essere aperte in tutti questi una sede del Pdl. Ai parlamentari dico che non ci sono riposi nei fine settimana fino al 2013 perchè devono andare in giro per spiegare come si possono vincere le prossime elezioni». Insomma l'esercito dei volontari azzurri, dei difensori della libertà, come li aveva battezzati Berlusconi nella scorsa campagna elettorale, dovranno rimettersi in campo perchè questa volta è in gioco la sopravvivenza del partito.

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