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Ora facciamo ripartire il paese

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Il testo della manovra che ci è stato sottoposto per l'approvazione rappresenta la mediazione indispensabile tra le forze politiche che sostengono questa coalizione per far fronte alla grave crisi manifestatasi sui mercati internazionali. La risposta del Governo alle sollecitazioni della Bce è stata sicuramente tempestiva. Ora approviamo il testo, così come licenziato dalla Commissione, senza modifiche, poiché questo ci è richiesto dall'Europa e perché ciò è nell'interesse dell'Italia. La Camera ha saputo mostrare un atteggiamento responsabile rispetto alle urgenze rinunziando, in questa occasione, a migliorare il testo, come pure sarebbe stato possibile. Assicurato l'azzeramento del deficit entro il 2013, ora occorre lavorare per ridurre il debito pubblico in maniera significativa, come richiestoci dall'Europa e questo dovrà essere fatto attraverso una progressiva riduzione del bilancio dello Stato dagli attuali 800 miliardi annui a non più di 700. Dopo questo voto occorrerà mettere mano a quelle misure di cui si è discusso e che sono più strutturali rispetto a quelle contenute nel provvedimento voluto dal Governo. Sarebbe irresponsabile, in questa temperie, rinviare sia pure di una settimana provvedimenti che sono indispensabili al Paese come l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, nel settore privato, a 65 anni e, con l'eccezione dei lavori usuranti, il limite della pensione di anzianità dopo il raggiungimento dei 40 anni di contributi. È altrettanto urgente oggi mettere in calendario un provvedimento che consenta la dismissione di una parte considerevole del patrimonio immobiliare dello Stato e degli enti territoriali con la clausola della destinazione dei proventi alla riduzione del debito rispettivamente dello Stato e degli Enti venditori. Allo stesso tempo occorrerà dare seguito, in termini di assoluta trasparenza, alla soppressione definitiva e senza sotterfugi delle Province, delle comunità montane e dei consorzi di bonifica. Quanto ai Comuni, le norme previste in Manovra, dovranno essere integrate, in modo da dare maggiore organicità con provvedimenti che ridisegnino completamente la geografia amministrativa dell'Italia. Un esempio cui ispirarsi potrebbe essere quello tedesco che prevede la soppressione delle Amministrazioni dei Comuni sotto i 25mila abitanti e l'accorpamento delle funzioni per bacini di utenza di almeno 50mila abitanti. Resta, poi, da fare i conti con le innumerevoli società municipalizzate o a partecipazione pubblica, un bacino enorme di risorse che potrebbero essere meglio gestite con profitto per le comunità locali. Tutto questo non appartiene al libro dei sogni ma deve essere il terreno di confronto politico dei prossimi giorni se non vogliamo che nuove turbolenze del mercato e un aumento dello spread con i Bund tedeschi costringa il Governo a nuovi interventi che, sotto la pressione degli eventi, sarebbero certamente ancor più duri e diretti di quelli che io propongo. Con questo voto abbiamo compiuto quell'atto di responsabilità che ci era stato chiesto. Da domani dobbiamo riconquistare al Parlamento il ruolo di sede della elaborazione della politica, da cui parte l'indispensabile rinnovamento di questo grande Paese.

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