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Sì dell'Europa alla manovra

Silvio Berlusconi a Bruxelles con Herman Van Rompuy

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Preceduto dalle polemiche sul mancato incontro con la procura di Napoli che qualche imbarazzo hanno suscitato pure a Bruxelles, Berlusconi all'appuntamento con il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, si toglie qualche sassolino dalla scarpe. Non si limita a dare rassicurazioni sull'entità della manovra economica, sul rispetto dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e sui saldi «che saranno superiori a quelli richiesti dalla Ue». Davanti ai riflettori internazionali il premier ha attaccato senza riserve il centrosinistra. Rivolgendosi a Van Rompuy spiega che il motivo della sua missione europea è perchè «ci sono state da parte dell'opposizione delle dichiarazioni differenti dai fatti e dalla realtà». «In Italia siamo a un paradosso: l'opposizione critica la manovra con l'unico desiderio di dare una spallata al governo, senza rendersi conto che in questo modo darebbe una spallata all'Italia». L'obiettivo è quello di «rovinare l'immagine del presidente del Consiglio, ma così facendo rovinano l'immagine del Paese». Insomma «non c'è stata nessuna retromarcia nella approvazione della manovra», assicura il premier a Van Rompuy ma è l'opposizione a diffamare il governo raccontando di ritardi e incertezze. E poi, mentre percorre i corridoi silenziosi dei palazzi dell'Ue, si sfoga contro le Procure accusate di tentare l'ultimo attacco: «Potevano aspettare anche domani per parlare di audizione coatta - sarebbero state le parole del Cav - non credano di farmi fare la fine del 1994». Indiscrezione prontamente smentita in serata da Palazzo Chigi. Non solo. Secondo il premier «i comportamenti delle opposizioni nei vari Paesi e gli articoli dei giornali» sono responsabili anche delle turbolenze sui mercati. Sul futuro della moneta unica, Berlusconi sottolinea: «Sentiamo l'euro come la nostra moneta e la nostra bandiera ed è nostro dovere difenderla». Ma il premier ha anche delle richieste da fare all'Europa, ovvero un segnale chiaro per aiutare i governi nazionali ad uscire dalla crisi anche grazie a misure strutturali, come la riforma delle pensioni. «Ogni governo - spiega Berlusconi - si trova in difficoltà perché se aumenta l'età per andare in pensione perde voti. Ma se dall'Europa arriva una chiara indicazione in tale senso, i governi sono felici di poter dire che sono obbligati in tal senso». Berlusconi è poi volato a Strasburgo dove ha incontrato il presidente della Commissione Ue Barroso con il quale si è intrattenuto oltre l'ora prevista. Berlusconi ha ribadito che l'Italia «è un Paese forte, con un'economia solida» nonostante un debito elevato «ereditato dai governi precedenti». A Barroso ha assicurato che non c'è problema a «sostenerlo e a pagare gli interessi». A Barroso il premier ha garantito che oltre al rigore ci saranno misure per lo sviluppo e la crescita economica. L'Italia, inoltre, «aderisce all'obiettivo del raggiungimento di una governance economica dell'Europa, per il bene dell'Ue e dei paesi che ne fanno parte». Barroso in un comunicato ha detto di aver apprezzato le misure presentate da Berlusconi e dal direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. «L'impegno del governo italiano a raggiungere l'equilibrio di bilancio nel 2013 è un segnale di determinazione e di ambizione», ha affermato, aggiungendo che «le misure varate mettono l'Italia sulla strada giusta». E questo grazie a «un sistema delle famiglie e delle imprese solido». Il premier ha ribadito che «mettendo insieme debito pubblico e risparmio privato, siamo appena appena al di sotto della Germania, prima di tutti gli altri Paesi europei». Berlusconi ha incontrato anche il presidente del Parlamento europeo Yerzi Buzek che nella vigilia aveva detto che si sarebbe intrattenuto con lui solo per pochi minuti. In realtà l'incontro è durato quasi un'ora durante il quale ilpremier è entrato nel dettaglio della manovra economica. Mentre si svolgevano questi incontri le istituzioni comunitarie hanno rassicurato il governo che non è stata chiesta nessuna misura aggiuntiva all'Italia che con la sua manovra si è assicurata un percorso credibile verso il pareggio di bilancio nel 2013.

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