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Sì alle primarie. Per legge

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Walter Veltroni

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Primarie sì e pure per legge. Quando, resta un mistero. A mettere intorno a un tavolo gli autori delle quattro proposte di legge che puntano a istituire le consultazioni è stato il direttore del Secolo d'Italia, Marcello De Angelis. C'erano l'ex segretario del Pd Walter Veltroni, il senatore democratico Antonio La Forgia, il sottosegretario Andrea Augello e, in collegamento video, il vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama Gaetano Quagliariello. Con loro, anche i direttori de Il Tempo, Mario Sechi, e quello de Il Foglio, Giuliano Ferrara. Dopo l'apertura di due giorni fa da parte del segretario del Pdl Angelino Alfano, le primarie, stabilite per legge, e dunque obbligatorie per tutti i partiti, potrebbero essere a un passo. Ma la strada resta in salita e Veltroni lo dice chiaramente: «Ci vuole un clima più civile». Niente illusioni, insomma, «in questa fase, finché il Paese non volterà pagina, finché Berlusconi non lascerà». Certo, ha precisato l'ex sindaco di Roma, «oggi i partiti non possono che essere strutture aperte, con una vita democratica e dunque con gruppi dirigenti che non li sequestrano». Anzi «i gruppi dirigenti devono avere una legittimazione popolare». Dunque sì alle primarie per legge e sì al lavoro comune. Ma non ora. Anche se Veltroni tiene a chiarire che «c'è un legame molto stretto tra primarie e bipolarismo, che va rafforzato e che non significa - spiega - bipartitismo». Quagliariello rilancia: «Se ci sediamo intorno a un tavolino come questo, le primarie si fanno in un quarto d'ora». Piuttosto vanno inserite «in un ammodernamento complessivo del sistema istituzionale, bloccato finora anche dal tema della creazione del Senato federale. Questo nodo va sciolto e nei prossimi giorni vedremo qual è la proposta». Del resto, aggiunge, «dobbiamo cambiare, ci troviamo con regole del dopoguerra». Invece, replica a Veltroni, «se Berlusconi sarà candidato nel 2013 o no è un falso problema». Ad ogni modo, per il vicecapogruppo del Pdl al Senato «non possiamo far finta di non accorgerci che attraverso le primarie il Pd fa partire la campagna elettorale tre mesi prima, mobilita energie e spesso sceglie buoni candidati o comunque ha poi tempo di cambiarli, non come noi che ce ne accorgiamo una settimana prima». Bisogna muoversi e in fretta anche per Augello, che ha invocato per le primarie norme rigide e le stesse garanzie «anti-inquinamento» delle elezioni: «Servono determinazione, rapidità e lucidità. I tempi sono maturi e provarci non solo è possibile, ma necessario». Del resto, ammette La Forgia, «la politica è delegittimata e ultimamente ha preso decisioni soltanto di pancia». E se De Angelis ha tenuto a precisare che «la proposta delle primarie non è contro Berlusconi», è inevitabile che il premier sia una presenza «ingombrante». «Sono contrario alle polemiche anti-casta e a risolvere i problemi con soluzioni leggere, "genere Cocacola Zero", come Montezemolo - ha spiegato Ferrara - Dunque visto che credo che Berlusconi non amerebbe farsi da parte, almeno il premier trasformi il Pdl da un'autocrazia a una democrazia. Gliel'ho già detto dopo le sconfitte a Milano e Napoli». «Primarie con o senza Berlusconi? - si chiede Sechi - In entrambi i casi. Sarebbe bene che una proposta del genere sia condivisa. Non ci sono altre strade: è impensabile tornare al sistema della prima Repubblica o rimanere in questa, incompiuta, seconda Repubblica. Ora bisogna ricostruire i partiti, cioè aprirli». I tempi sono fondamentali. Per questo Sechi chiede di «non legare le primarie alle riforme istituzionali. Se no non se ne farà niente».

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