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Patrimoniale per tagliare il debito

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Tagliare il debito pubblico monstre che corre verso quota 1900 miliardi è un imperativo categorico per non scaricare i costi del fallimento delle casse dello stato sulle future generazioni. Così serve un patto tra le forze politiche che rappresentano «l'Italia responsabile» per abbattere il debito pubblico sotto la soglia del 100% rispetto al Pil. Un'azione sufficiente a liberare risorse per le politiche sociali e a togliere l'Italia dalle montagne russe dei mercati. A proporlo è il vicepresidente dei deputati del Pdl, Massimo Corsaro, che ha spiegato anche la ricetta per abbattere il debito: un fondo ad hoc che in due-tre anni riacquisti titoli di Stato per 400 miliardi sui 1.900 di debito e riporti il debito sotto quota 100% del Pil. «Dopo aver riconosciuto ciò che di buono c'è nella manovra, e cioè il pareggio di bilancio raggiunto dall'Italia per la prima volta nella sua storia - ha osservato Corsaro - dobbiamo anche riconoscere che siamo tuttora condizionabili dall'esterno, a causa di un debito che è strutturalmente fuori quota: basta un'attacco speculativo per far aumentare lo spread e far salire automaticamente gli interessi sul debito. A quel punto non c'è manovra che tenga». Per alimentare il Fondo, Corsaro ha proposto quattro misure. «Ma se altri sanno indicare altri strumenti non mi impicco» ha spiegato l'onorevole. Il primo capitolo riguarda le alienazioni sia del patrimonio immobiliare che mobiliare: «Penso a partecipazioni azionarie, fermo restando che lo Stato dovrebbe mantenere il controllo delle società, come Eni o Finmeccanica, che operano in settori strategici». La seconda misura è la patrimoniale, «una cosa a cui io sono culturalmente contrario. Però se ragioniamo ad un patto tra generazioni, questo ci consente di mettere a tema la patrimoniale. Credo che gli italiani capirebbero». Corsaro pensa ad una «una tantum» sia sul patrimonio immobiliare che a quello mobiliare. Come terza misura Corsaro rilancia il condono, ma in una ottica precisa: «Sul contrasto all'evasione non dobbiamo mollare la presa, ed anzi va riconosciuto che questo governo ha ottenuto risultati concreti come nessun'altro esecutivo in passato. Detto questo visto che il Parlamento sta esaminando la riforma fiscale (la delega all'esame della commissione Finanze della Camera) possiamo pensare ad uno strumento che alla fine del percorso chiuda tutto il contenzioso pregresso. Ma la lotta all'evasione e la riforma devono precedere». Infine Corsaro parla di riforma delle pensioni, i cui risparmi potrebbero essere fatti affluire per qualche anno al Fondo istituito per abbattere il debito pubblico. Insomma l'idea è ambiziosa e richiederebbe un patto politico forte. «Su un ragionamento del genere ci potrebbe essere una convergenza ampia, e non mi scandalizzo se essa superasse i confini della maggioranza. L'obiettivo è scendere, in un arco temporale di due-tre anni sotto quota 100, e credo sia condivisibile da tutti. A tutti capita di essere alla maggioranza o all'opposizione, ma se vuole ricostruire la credibilità dei conti dovrebbero ritrovarsi tutti i rappresentanti dell'Italia responsabile». Corsaro poi insiste su un punto: «Sulle misure per raggiungere l'obiettivo non mi impicco, l'importante è condividere tutti l'idea di un patto tra generazioni». In attesa il decreto legge che contiene le misure della seconda manovra estiva verrà archiviato oggi con il voto di fiducia alla Camera. Ma governo e maggioranza guardano già all'imminente futuro. L'obiettivo è quello di dare impulso alla crescita, ancora troppo debole. Il ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani ha annunciato: «Nei prossimi giorni apriremo i tavoli con le parti sociali per assumere al più presto nuovi provvedimenti per lo sviluppo su fronti fondamentali come le grandi rete energetiche e di nuova generazione per le tlc, semplificazione e revisione degli strumenti finanziari per le imprese, nuovi strumenti come il contratto di sviluppi per favorire investimenti e occupazione soprattutto nel Mezzogiorno».

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