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La sorpresa di un Pdl diverso

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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C'erano tutte le premesse per un'altra delusione, ma non abbiamo mai abbandonato l'idea che la manovra si potesse migliorare e perciò in queste settimane Il Tempo è stato un pungolo continuo sul governo, la maggioranza e l'opposizione. Siamo realisti, non siamo nel mondo ideale, ma dopo il vertice di maggioranza la manovra ha un volto migliore. Silvio Berlusconi ha recuperato lo spirito del 1994 e cancellato il contributo di solidarietà, una Super-Irpef che pesava su chi già dichiara i redditi e paga le tasse, un provvedimento che tradiva la storia del Pdl. Questa decisione dimostra che eravamo nel giusto. L'abolizione delle Province, altra battaglia del nostro giornale, avverrà per via costituzionale, insieme al dimezzamento dei parlamentari. Il disegno di legge verrà presentato subito. Ne auspichiamo un percorso rapidissimo. I cittadini hanno bisogno di segnali concreti. Si poteva fare di più? Certo, ma i governi di coalizione hanno il limite del compromesso e con questo bisogna alla fine fare i conti. È soprattutto il risultato politico, in prospettiva, ad essere positivo per il centrodestra. Dal vertice esce fuori un Pdl con una nuova formazione e una Lega capace di ripensare i propri dogmi, almeno in parte. È un passo avanti, non una rivoluzione, ma lo registriamo e lo apprezziamo. La nomina di Angelino Alfano come segretario politico del partito si è dimostrata di grande importanza perché ha consentito al Pdl di giocare liberamente la partita del confronto con la Lega, di mettere sul tavolo proposte alternative, di liberare altre energie e personalità, di dare a Giulio Tremonti una gamma d'opzioni politiche e non solo tecniche, frutto del confronto tra culture diverse. Questa manovra restituisce ai partiti e al capo del governo la conduzione della politica economica. È giusto così, perché il popolo sovrano non vota i tecnocrati ma i politici. Da questo momento la manovra entra nella fase parlamentare e potrà essere emendata. E qui veniamo al ruolo dell'opposizione e agli appelli alla collaborazione fatti da Giorgio Napolitano. Il centrodestra ascolti quel che ha da proporre il centrosinistra, ma quest'ultimo esca dal terreno della critica a prescindere e si cali nel ruolo di forza alternativa di governo. Se non lo fa, con l'aria che tira, i guai che attraversa e la riorganizzazione di ruoli e strategia in corso nel Pdl, starà fuori dal governo anche al prossimo giro.  

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