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Formigoni silura Silvio. Poi ci ripensa: "Frainteso"

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Parole dette, o forse no. Smentite a metà, rassicurazioni tardive. A sole 24 ore di distanza dalla visita lampo del segretario del Pdl Angelino Alfano al Meeting di Rimini, l'attenzione di tutti si sposta sull'esegesi delle dichiarazioni del governatore lombardo Roberto Formigoni. Si comincia presto, appena le rassegne stampa e i quotidiani iniziano a circolare all'interno dei padiglioni della fiera. Repubblica racconta di una cena, terminata nella tarda notte di mercoledì, durante la quale il numero uno del Pirellone si sarebbe spinto in una previsione alquanto ardita: il centrodestra potrà vincere le prossime elezioni politiche «a patto che entro Natale Silvio Berlusconi faccia un discorso a reti unificate per annunciare che non intende ricandidarsi alla carica di primo ministro». Il quotidiano diretto da Ezio Mauro è l'unico a scriverlo, così ci si interroga sulla dinamica dei fatti. Perché Formigoni ha affidato la sua «analisi» a Repubblica? Caso o strategia? L'impressione è che il governatore avesse l'intenzione di lanciare un messaggio. Infatti quella che dovrebbe suonare come una smentita è tutt'altro che convincente: «Il mio pensiero su Silvio Berlusconi, il Pdl e sulle mie aspirazioni è molto chiaro e ho avuto modo di spiegarlo in questi giorni in alcune interviste e dichiarazioni ufficiali. Berlusconi è il leader del Pdl e del centrodestra e il solo pensiero di sue dimissioni in un momento così complesso della politica e dell'economia internazionale è fuori di ogni razionalità e procurerebbe gravi danni al Paese». E aggiunge: «Non è dunque l'articolo di Repubblica a pagina 14 che può pretendere di stravolgere queste mie posizioni e queste mie convinzioni chiaramente espresse». Perfetto. Il Cavaliere può ancora rimanere in sella, ma fino a quando? La domanda resta. Solo in tarda serata Formigoni dichiarerà di non aver mai pronunciato le parole attribuitegli da Repubblica ed evocherà addirittura «il complotto». Ma la smentita definitiva arriva solo al terzo tentativo. Nel pomeriggio, infatti, il presidente lombardo si era presentato in sala stampa per una conferenza sul suo incontro dedicato ai cristiani in politica. Il tema non si prestava a digressioni su leadership e futuro del centrodestra. E infatti Formigoni cominciava ad elencare i risultati che il «metodo della sussidiarietà» adottato dall'alleanza Lega-Pdl ha prodotto in Lombardia. Poi, però, non poteva fuggire alle domande dei giornalisti. Anche qui la possibilità di interpretazioni non erano mancate. «Reputo politicamente irresponsabile - spiegava - chi chiedesse le dimissioni dell'attuale governo davanti a questa crisi economica. Una crisi di governo peggiorerebbe dieci volte tale la situazione. Io reputo che il governo attuale abbia la forza, la capacità e il dovere di proseguire il suo lavoro fino alla scadenza naturale della legislatura. Berlusconi ha la capacità di leadership ed è ancora una risorsa per il Paese». Lui, in ogni caso, non si candiderà a fare il premier: «Ho una certa considerazione di me stesso, ma non sono insano di mente. Il lavoro di premier è uno dei lavori più ingrati che ci sia. Non ho quindi minimamente intenzione di porre la mia candidatura ad un posto così ingrato». A questo punto la domanda nasce spontanea: cosa farà Formigoni da grande? Le ipotesi non mancano. Secondo qualcuno potrebbe candidarsi a guidare una delle macro-Regioni del Nord che potrebbe nascere qualora il suo progetto di ridurre da 20 a 6 le Regioni italiane andasse in porto. Ma l'ipotesi più gettonata, nonostante le smentite, resta quella della leadership. Al Meeting il governatore ha un proprio stand in cui raccoglie «nuove idee per l'Italia». E c'è chi giura che stia preparandosi a far nascere una propria creatura per lanciarsi in vista di possibili primarie di partito. Di certo, quando spiega che «il Pdl deve essere disponibile a rinunciare al suo nome» e invoca un «metodo democratico per individuare il successore di Berlusconi» sembra confermare questa lettura. Qualcosa di più, forse, si saprà domani sera quando a Rimini si riunirà Rete Italia il «”circuito” di amici (così recita il sito) che, impegnati a vario titolo in politica, guardano con simpatia e desiderio di coinvolgersi nell'azione di Roberto Formigoni». E chissà che, proprio in quell'occasione, il governatore non decida di rompere gli indugi.

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