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Pd diviso sulla Cgil

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Susanna Camusso, segretario generale della Cgil

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C'è chi, come un gruppo di senatori, ha portato solidarietà al segretario Cgil Susanna Camusso impegnata nel presidio davanti al Senato. E chi, come Sergio D'Antoni e Giuseppe Fioroni, stronca senza diplomazie lo sciopero generale. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nel giorno dell'incontro con le parti sociali, non si schiera né da una parte né dall'altra ma certo non nasconde la preoccupazione che «si disperda la convergenza raggiunta tra le forze sociali con l'accordo del 28 giugno» in un momento così pieno di nubi per l'Italia. Bersani, spiegano fonti del Pd, non ha gradito martedì la tempistica scelta dalla Cgil per annunciare la protesta del 6 settembre proprio nelle ore in cui il Pd presentava le 10 proposte per correggere la manovra. E l'annuncio del sindacato ha messo in subbuglio le varie anime del partito, tra chi è più favorevole alla lotta dura al decreto e al suo articolo 8 e chi ritiene che abbianno ragione Cisl e Uil contrarie agli strappi. Ma schierarsi non è l'obiettivo del segretario Pd che ricorda sì che «come mille altre volte, noi siamo un partito che è presente dove sono le parti sociali e civili» e rivendica l'autonomia delle scelte tra sindacati e partiti. Ma l'unico rischio che bisogna evitare di correre, avverte Bersani, è rompere la coesione tra parti sociali realizzatosi con l'intesa del 28 giugno. «Se il governo – chiarisce il leader Pd – lavora sulle divergenze si prende una responsabilità micidiale perché c'è bisogno di ricompattare». Un'esigenza a parole avvertita da tutti. Ma se il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli e Cisl e Uil ritengono la Cgil responsabile della rottura, Susanna Camusso accusa «il governo e chi, tra le parti, si arrampica sui vetri dicendo che l'articolo 8 non contraddice l'accordo del 28 giugno». Lo sciopero generale resta sullo sfondo dell'incontro nel quale Bersani ha presentato la contromanovra del Pd, ribadendo le critiche verso un decreto «recessivo e tale da scompaginare le tutele sociali». L'articolo 8, ribadisce il leader Pd nella riunione, va stralciato dal decreto o deve recepire l'accordo del 28 giugno. Su questo fronte il Pd darà battaglia in Parlamento così come cercherà di modificare la manovra con misure come la tassa sugli «scudati» e sui grandi patrimoni immobiliari per reperire risorse per la crescita. Ma c'è un punto su cui il leader Pd chiede chiarezza subito: «Il governo torni in Parlamento a dire l'insieme delle misure perché sommando la manovra di agosto, di giugno e di dieci mesi fa abbiamo tre manovre e il governo ha contato 55 miliardi che sono più del necessario pareggio di 40». E il contro-piano del Pd, che anche il governo, come dice il sottosegretario Luigi Casero, sta valutando, raccoglie apprezzamenti tra le parti sociali.

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