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Manovra, via 37 Province e scure su Tfr Più tasse sui redditi oltre i 90 mila

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Da sinistra Berlusconi e Tremonti

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Silvio Berlusconi incontra gli enti locali e annuncia una manovra da "20 miliardi aggiuntivi nel 2012 e di 25 miliardi" per l'anno successivo, nella quale - oltre a 8,5 miliardi di tagli alla politica - ci saranno più di 9 miliardi di tagli ai trasferimenti verso regioni, province e comuni. Una sforbiciata che mette sul piede di guerra gli enti locali. Intanto, il presidente della Repubblica Napolitano è tornato ad auspicare decisioni rapide e un un confronto aperto, mentre sul fronte interno al governo prosegue fino all'ultimo minuto la trattativa con la Lega sul capitolo pensioni. "La speculazione si è orientata verso i Paesi che hanno più titoli in circolazione", ha esordito Berlusconi aprendo il confronto, rimarcando che la situazione attuale è stata "ereditata" dall'attuale governo. Il capo del governo ha anche sottolineato come per la Banca Centrale europea il pareggio di bilancio nel 2013 non fosse "congruo" e che per tale ragione è stata anticipata la manovra con la conseguente necessità di reperire risorse aggiuntive. Una manovra, ha proseguito, "per aggiuntivi 20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013". Per raggiungere l'obiettivo, ha aggiunto il premier, "aggrediremo anche i costi della politica con 14-15 misure". Vi saranno, infatti, tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 nel 2013. Berlusconi ha anche confermato che ci sarà una imposta di solidarietà: un riferimento che sembra confermare l'intenzione di procedere con un prelievo del 5-10% sui redditi privati superiori ai 90mila euro. È toccato a Tremonti fornire maggiori dettagli, precisando che il governo punta a far diminuire il deficit dal 3,9% di quest'anno all'1,6% nel 2012 per arrivare così al pareggio di bilancio l'anno successivo. Il ministro dell'Economia ci ha tenuto a precisare, però, che questo traguardo può essere raggiunto solo attraverso "riduzioni della spesa", perché "aumenti fiscali non verrebbero considerati validi da Bruxelles". Il titolare di via XX Settembre ha anche confermato l'intenzione di ridurre le province e accorpare alcuni comuni, oltre che di procedere con le liberalizzazione dei servizi pubblici locali e con incentivi alle privatizzazioni. Poi, dopo aver annunciato di voler anticipare il federalismo fiscale, Tremonti ha presentato il conto agli enti locali: un taglio dei trasferimenti di 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013. Con un'unica consolazione: la sanità resterà fuori da queste cifre. Inevitabile la reazione dei diretti interessati. Il governatore lombardo Roberto Formigoni parla di tagli pesantissimi per le regioni sulle quali grava oltre il 50% della manovra aggiuntiva. Graziano Delrio, vicepresidente dell'Anci, gli fa eco definendo le proposte del governo come sconcertanti, mentre le Province bocciano la nuova manovra come iniqua e depressiva per l'economia. E il sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel sostenere che le perplessità del Cavaliere potrebbero portare ad un ripensamento, annuncia che contro i tagli i comuni sono pronti a mobilitarsi. Intanto, sul fronte interno al governo, non è ancora chiusa la partita sulle pensioni: Umberto Bossi, dopo l'incontro con le regioni, è tornato a palazzo Chigi per discuterne ancora con il premier. "Passerà la linea della saggezza", ha detto il Senatur. Dal fronte delle opposizioni, infine, il segretario del Pd Pierluigi Bersani incalza l'esecutivo: "Se il governo non presenta la manovra in tempi stretti, siamo pronti a presentare la nostra".  LEGGI La bozza della supermanovra

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