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Scotland Yard userà proiettili di gomma. Ucciso un giovane

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Peroggi nuovo vertice a Downing Street dell'Unità Cobra, lo speciale gabinetto per le crisi nazionali. E ieri notte il bilancio si è aggravato con la prima vittima: un giovane di 26 anni ucciso da un colpo di pistola mentre era in macchina a Croydon, zona sud di Londra. La polizia accorsa sul luogo del ritrovamento non ha trovato armi da fuoco sulla scena ma ha comunque arrestato due amici del giovane sospettati di traffico di merce rubata. Ed è invece la stessa polizia, nel rapporto preliminare sull'uccisione di Mark Duggan, avvenuta giovedì scorso, ad ammettere che il 28 enne nero, pur essendo armato, non sparò contro gli agenti. Una verità che rischia di creare nuove tensioni. «Questa è criminalità pura e semplice», ha detto ieri ai giornalisti fuori dal suo ufficio di Downing Street il premier David Cameron. «Le persone non dovrebbero avere dubbi sul fatto che faremo tutto ciò che è necessario per ripristinare l'ordine nelle strade britanniche», ha spiegato Cameron, precisando che saranno impiegati nelle strade di Londra 16.000 agenti per impedire altri atti di violenza. Ieri, insieme al suo vice Nick Clegg, è andato a rendersi conto personalmente delle devastazioni nei quartieri di Londra. La polizia britannica potrebbe usare proiettili di gomma se ci saranno ancora violenze a Londra e in altre città del Paese. Uno dei più alti responsabili di Scotland Yard, Steve Kavanagh, ha detto: «Se serve, li useremo». E sarebbe la prima volta per Scotland Yard in situazioni di disordine pubblico. La polizia ha anche diffuso sul proprio sito le foto dei teppisti. Intanto le zone teatro dei disordini sono state ripulite da vetri rotti, bottiglie e mattoni dagli stessi cittadini esasperati e impauriti dalle violenze. Politici e polizia attribuiscono i disordini - i più gravi in Gran Bretagna da decenni - a criminali e teppisti. Ma gli abitanti delle zone interessate e alcuni commentatori attribuiscono le violenze a tensioni locali e alla rabbia per la situazione economica, in una città dove cresce la distanza tra classi sociali. Dello stesso parere anche alcuni commentatori sui media britannici. «Non abbiamo lavoro né denaro. Abbiamo sentito che altre persone stavano prendendo le cose senza pagare, quindi perché non anche noi?», chiede un ragazzo, E.Nan, ad Hackney, una zona multietnica nella parte est di Londra e una delle più colpite dalle violenze intervistato dalla Bbc. I disordini iniziati tre giorni fa a Londra stanno mostrando una faccia completamente diversa della capitale britannica a meno di un anno dalle Olimpiadi del 2012. «Non si tratta semplicemente di razza, fede e classe sociale», commenta il professor Mike Hardy, direttore esecutivo dell'Institute of Community Cohesion. «Uno dei motori più potenti riguarda chi ha e chi non ha. Riguarda coloro che sono esclusi». Nella notte intanto le violenze sono continuate. E così, mentre Scotland Yard annunciava che dall'inizio degli scontri ha arrestato 565 persone incriminandone 105, un gruppo compreso fra 30 e 40 uomini ha attaccato la stazione di polizia di Canning Circus, nel centro della città britannica di Nottingham. Una notizia riferita dalla polizia di Nottinghamshire che ha aggiunto di aver arrestato diverse persone. L'onda della protesta non accenna quindi a placarsi. Violenza si sono registrate violenze anche a Bristol, nel sudovest, e a Liverpool, nel nordovest e a Machester. E c'è chi come un ragazzo di 18 anni continua a diffondere appelli su Facebook per invitare altri utenti del social network a radunarsi nel centro della città per provocare disordini. Ma la Polizia non accenna a cedere. Anzi. Proprio per quel ragazzo di Dundee, nella Scozia, si sono aperte le porte del carcere e, secondo la BBC, il ragazzo comparirà oggi davanti a un magistrato.

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