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Berlusconi: "Calma e gesso"

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Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

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segue dalla prima di FABRIZIO DELL'OREFICE In una giornata davvero torrida che inchioda il premier a palazzo Chigi e rende sempre più improbabile la fuga che aveva programmato per Ferragosto nella dacia di Putin, vicino a San Pietroburgo. Per prima cosa, il capo del governo dà mandato al ministro dell'Economia di “sondare” i colleghi europei. Ci potrebbe essere un vertice al più presto, forse già nel fine settimana. A borse chiuse. O comunque all'inizio della prossima setttimana. A palazzo Chigi, per esempio, non hanno trascurato la lettera che il presidente della Commissione Ue, Josè Barroso, ha scritto ai leader chiedendo loro di «rivedere l'efficacia del fondo salva-Stati», affinché sia in grado di affrontare «l'attuale contagio» della crisi dei debiti. Berlusconi vorrebbe un confronto ampio con le istituzioni europee; Tremonti preferirebbe limitarlo solo ad alcune. E che tra i due ci sia una differenza di vedute appare chiaro anche nel pieno della conferenza stampa di ieri. Tremonti parla dei contatti che l'Italia avrà con le istituzioni economiche internazionali per fronteggiare la crisi, e cita Commissione Europea, Ocse e Fmi. Ma interviene Berlusconi e puntualizza: «Anche la Bce, che è molto importante...». Il ministro riprende il filo del discorso, ma prima rintuzza il premier: «Credo sia molto importante, ma in questa fase non coinvolgibile...». «Informabile sì...», la controreplica di Berlusconi, che chiude il botta e risposta. Nel board della Bce c'è anche quel Lorenzo Bini Smaghi che viene indicato da più parti come possibile nuovo timoniere del dicastero di via XX Settembre. E sempre ieri, nella stessa confenza stampa di palazzo Chigi - al termine del confronto con le parti sociali, poco dopo l'ora di pranzo, dunque prima della tempesta finanziaria che si abbatterà sulle Borse e in particolare su piazza Affari -, Berlusconi aveva provato a rassicurare, a non farsi prendere dal panico: «Sono figlio di un padre che aveva una grande esperienza in Borsa e mi diceva che le borse sono come un orologio rotto: solo due volte al giorno danno l'ora esatta, ma per tutto il resto l'ora non è quella vera. La Borsa ha una vita scostata dalla realtà economica». Aveva tranquillizzato: «Non fatevi spaventare dai mercati, tenete i titoli nel cassetto». E aveva aggiunto: «Non credo che la crisi si aggraverà e non dobbiamo essere spaventati che gli spreads possano mantenersi a livelli attuali, perché sarebbero relativi a particelle di debito pubblico». Aveva tentato di spargere un po' di ottimismo: «Ho aziende in Borsa, io investirei prepotentemente nelle mie aziende che continuano a fare utili». Aveva tenuto a sottolineare: «Soltanto gli organi di informazione hanno messo in campo una connessione tra il mio intervento in Aula ieri e il comportamento dei mercati, che reagiscono per ragioni proprie e distanti dalla politica». Passano due ore e il tracollo dei mercati fa scattare l'allarme. Berlusconi continua a ribadire: cerchiamo le cause, poi individuiamo le soluzioni. Dunque, avanti con il confronto con le parti sociali. A settembre il patto. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, viene spedito a dettare la linea: «La situazione finanziaria internazionale è molto grave. Di conseguenza, è possibile perseguire una politica di crescita continuando ad adottare politiche di estremo rigore solo con l'intesa con le forze sociali, come è emerso dal positivo incontro di stamattina (ieri mattina, ndr). In un quadro di questo tipo - ragiona Cicchitto - è auspicabile anche un rapporto positivo con le forze dell'opposizione. È evidente che ieri (mercoledì, ndr) si è manifestata una diversità di linea politica all'interno dell'opposizione. In questo quadro, bisogna tener conto delle posizioni avanzate dall'onorevole Casini e confrontarsi con esse. A livello europeo, Barroso ha detto cose assai sagge di cui ci auguriamo che tutte le autorità europee tengano conto». Due scenari di guerra, dunque. Il fronte europeo e quello interno. Su quest'ultimo, la situazione è più complicata. Sembra tramontare l'ipotesi di un Consiglio dei ministri da tenersi la settimana prossima: è più probabile a fine mese: il 25 agosto è il giorno “prenotato”. Ci sono meno possibilità che si proceda con un anticipo della Manovra, così come auspicato da Casini in Aula: troppo depressiva e rischierebbe di provocare effetti ancora più pesanti. Si studiano piuttosto altre mosse. Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto suggerisce di procedere a un massiccio piano di privatizzazioni sia mobiliari che immobiliari. Sarebbe un intervento che andrebbe incontro alla riduzione del debito. Si vedrà. Per il resto, si naviga a vista. Con le parti sociali, Berlusconi è tornato a parlare dei giudici che lo vorrebbero affossare, di una legge contro le intercettazioni telefoniche e della “batosta” del lodo Mondadori. Mentre pare che Tremonti fatichi a tenere tutto sotto controllo. Sulla vicenda della casa di via Campo Marzio ha dato almeno sette-otto versioni. L'ultima: non è vero che ho detto di sentirmi pedinato dentro la caserma della Guardia di Finanza. Nel frattempo, tanto per usare un'espressione a lui cara, il vero Titanic sembra la politica.

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