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"Solo sette Regioni ma con più poteri"

Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni

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Tagli "milionari" a bilanci di Camera e Senato, sforbiciate a vitalizi e pensioni d'oro, riduzione delle vacanze, campeggi estivi. «Per carità, si può fare tutto. Ma non sarà questo a risollevare il Paese dalla crisi». Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia dal 1995, ha in mente «riforme più strutturali».  Presidente Formigoni come intervenire per tagliare gli sprechi?  «Serve una profonda semplificazione di tutti gli enti substatali: Regioni, Province e Comuni vanno ripensati. Dobbiamo risparmiare ed efficientizzare».  Possibile perseguire questi due obiettivi contemporaneamente? «Assolutamente sì. Anzi io credo che uno rafforzi l'altro. Mi spiego. Partiamo dai Comuni. Quelli che hanno meno di cinque mila abitanti - e sono diverse migliaia - vanno accorpati. Significherebbe ridurre di due terzi il numero totale delle amministrazioni comunali e il tutto andrebbe a vantaggio proprio dei centri più piccoli».  In che senso? «Si potrebbero mettere in comuni alcuni uffici: l'anagrafe, le agenzie fiscali, i dipartimenti di polizia. Significherebbe avere più efficienza e meno costi». E le Province? «Io sono d'accordo con la maggior parte degli italiani: vanno eliminate. Del resto la loro abolizione è nel programma del Pdl. Però, facendo politica da tanti anni, mi tocca essere realista. Del resto il parlamento ha bocciato un provvedimento che andava in questa direzione solo alcune settimane fa».  Quindi? Che fare? «La cosa più concreta da fare è ridurre le amministrazioni provinciali da 107 che sono a una quarantina. Utilizzando come criterio di riduzione sì il fattore dimensionale, ma anche l'efficienza. Chi rispetta il Patto di stabilità, chi è più virtuoso ha più diritto di sopravvivenza di chi non lo rispetta e ha più debiti. Trenta, o al massimo quaranta Province basterebbero e la struttura rimarrebbe in piedi». Non vorrà, lei che è governatore, risparmiare proprio le Regioni...  «Non ci penso nemmeno. Un mese fa ho lanciato una proposta/provocazione per ridurne il numero e mi fa piacere che Caldoro, presidente della Campania, e il ministro Rotondi l'abbiano ripresa. In Italia abbiamo (considerando le due Province a statuto speciale) praticamente 22 Regioni. Io sono per una riduzione drastica. In Europa ci troviamo a concorrere con regioni molto più grandi rispetto alle nostre. I länder tedeschi sono grandi più o meno quanto la Lombardia, hanno tra gli 8 e i 15 milioni di abitanti. E nel resto del mondo è uguale».  A quante macroregioni pensa? «Sto studiando un modello che presenterò dopo l'estate che prevede sei o sette Regioni. Più grandi, più competitive sul mercato, più efficienti e meno costose». Ma scusi, e il federalismo?  «Io penso a delle Regioni che abbiano più poteri di quelli che abbiamo adesso. Come del resto prevede il Titolo V della Costituzione. L'articolo 116, comma c, permette alle Regioni di chiedere al governo di avere più potere. Come Lombardia già nel 2009 ho chiesto di avere 12 competenze in più, ma in modo molto bipartisan e assai poco istituzionale Prodi prima e Berlusconi poi se ne sono fregati. Io sono pronto a mettere sul tavolo la riduzione del numero delle Regioni in cambio di un loro aumento di poteri. Questo è il federalismo».  I nostri lettori, oltre alle Province, vogliono abolire i privilegi della casta... «È naturale che in un momento in cui si chiede ai cittadini di fare sacrifici, anche i politici tirino la cinghia. È sacrosanto. Qualche milione di euro tagliato ai bilanci di Camera e Senato, però, non risolverà la crisi». E il campus estivo di Calderoli? Può aiutare?  «Rischiamo di svegliarci quando ormai è troppo tardi. Non è nemmeno inventandoci un campeggio estivo sul cucuzzolo di una montagna che risolviamo il problema. Il discorso di domani (oggi, ndr) di Berlusconi con il parlamento e l'incontro di giovedì del governo con le parti sociali, queste sono cose serie. Se vengono fuori soluzioni concrete allora sì che è bene sedersi a un tavolo e lavorarci sopra». Le Regioni hanno proposto una tassa sul fumo quale soluzione definitiva anti-ticket. È così? «Io credo di sì. Sarebbe una misura strutturale che non influirebbe sulla manovra e non verrebbe penalizzata dai mercati. Inoltre è giusto segnalare con una sovratassa che il fumo fa male sia ai cittadini, sia al sistema sanitario che poi deve curarli».  

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