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Debito Usa, raggiunto l'accordo

Barack Obama alla briefing room della Casa Bianca riferisce sull'accordo sul debito Usa raggiunto con il Congresso

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L'accordo sull'aumento del tetto del debito è al vaglio del Congresso. La soluzione raggiunta per evitare il default deve essere votata alla Camera e in Senato, dove è partita la conta dei voti per l'approvazione: la strada non è in discesa con i democratici scontenti, i Tea-Party che probabilmente si opporranno e i repubblicani preoccupati per i tagli alla difesa che potrebbero non votare. La diplomazia è al lavoro nei corridoi di Capital Hill. L'accordo, se sarà approvato, scongiura il rischio di un default ma non quello di un downgrade: l'ammontare della misura, un aumento del tetto del debito da 2.100-2.400 miliardi di dollari e tagli per almeno 2.100 miliardi di dollari in 10 anni, è decisamente inferiore ai 4.000 miliardi di dollari identificati da Standard & Poor's per il mantenimento del rating AAA. E l'impatto della misura sull'economia, già fragile, preoccupa. Il presidente Barack Obama ha rassicurato: «I tagli saranno graduali, non peseranno e ci consentiranno di continuare a effettuare investimenti in settori che creano occupazione». Ma non convince: Wall Street, dopo un balzo iniziale, procede negativa con la doccia fredda dell'indice Ism manifatturiero, sceso ai minimi degli ultimi anni, confermando le difficoltà della ripresa. La crescita americana è lenta e i tagli alla spesa nell'accordo sull'aumento del tetto del debito potrebbero rallentarla ulteriormente. Se ci sarà un downgrade la frenata potrebbe essere anche più forte. Standard & Poor's ha messo sotto osservazione il rating degli Stati Uniti e messo in guardia di un possibile downgrade nei prossimi tre mesi. Moody's e Fitch si sono mostrate più caute, evidenziando che gli usa potrebbero mantenere il rating AAA. Un downgrade da parte di una sola agenzia sarebbe maggiormente gestibile e avrebbe un impatto più ridotto.  «Abbiamo contatti regolari con le agenzie di rating» afferma il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando che l'accordo rappresenta «una vittoria per gli americani». È un «messaggio rassicurante per il mondo». L'accordo prevede un aumento del tetto del debito di 2.100-2.400 miliardi di dollari e tagli alle spese immediati per 1.000 miliardi di dollari in 10 anni. Una commissione bipartisan sarà creata per determinare ulteriori tagli per 1.500 miliardi di dollari e dovrà avanzare le proprie raccomandazioni entro il Giorno del Ringraziamento. Camera e Senato dovranno approvarle entro il 23 dicembre per non far scattare dei meccanismi automatici di tagli. Una cosa soltanto, per il momento, è certa. Se il Congresso degli Stati Uniti non apporterà modifiche al compromesso raggiunto la scorsa notte, nessuno potrà dichiararsi vincitore, e già il giudizio dei media americani vede nel testo dell'accordo un «boccone amaro» per il presidente Obama.

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