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Contro Berlusconi ma divisi su tutto

Nichi Vendola

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Il titolo poteva anche essere stuzzicante per chi vuole sostituirsi a Berlusconi: "Costruire su macerie". Ma al convegno organizzato ieri mattina ad Amalfi da Areadem del Partito Democratico i tre partiti dell'opposizione – Sel, Pd e Fli – si sono trovati divisi su tutto. Dalle possibili alleanze alle ipotesi di futuro governo fino alle inchieste e alla questione morale. Un'orchestra stonata nella quale Nichi Vendola, Benedetto Della Vedova e Dario Franceschini suonavano ognuno per conto proprio immaginando la ricetta per il dopo Berlusconi. La proposta del vicesegretario Democratico è la solita, una grande ammucchiata, un'alleanza di tutte le opposizioni per una legislatura costituente. Per giustificarla Franceschini parla di una situazione che è uguale a quella che si presentò in Italia durante la Resistenza, perché bisognerà ricostruire il Paese e perciò «chi se ne frega» – spiega – se Fini è diverso da noi. Il capogruppo del Pd si rivolge a Nichi Vendola: «Sappiamo che ci sono distanze eccome, ci sono problemi eccome, ma chi se ne frega delle differenze di fronte alla gravità della situazione e all'esigenza di ricostruzione. Tutte queste forze devono stare insieme in una legislatura costituente e solo dopo potranno tornare a scontrarsi con nuovi leader in modo normale e democratico». La risposta di Nichi Vendola però è un no netto. Che gela qualsiasi speranza nel Partito Democratico: «Il mio dissenso è totale». «Rispetto Della Vedova – è l'avvertimento del Governatore della Puglia – ma il suo progetto è alternativo al mio e non so come possiamo camminare insieme. Se la politica si presenta come un pasticcio gattopardesco rischia grosso. Se non ci sarà una contesa politica forte, tutta la politica sarà travolta e anche qui ci saranno piazze Taharir o puerta del Sol. Il dolore potrebbe esplodere in odio verso una politica che non può chiudersi nel fortino invocando la responsabilità nazionale». Ma risponde «picche» a Franceschini anche Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera. Il quale comunque ha un'idea ancora diversa, ovviamente, da quella di Vendola. Riprendendo i ragionamenti di Gianfranco Fini, l'esponente di Futuro e Libertà punta a fare di questa una legislatura costituente purché Berlusconi si faccia da parte. Così rilancia l'ipotesi di un governo Maroni: «Potrebbe essere l'inizio di una fase di transizione, è la risposta alla discontinuità che chiedono le parti sociali». Ma è sulla questione morale che tra Pd e Sinistra e Libertà ci sono gli attriti più forti. Franceschini non nasconde gli errori, vedi innanzitutto il caso Tedesco. Però non vuole considerare il suo partito alla pari degli altri: «Dobbiamo avere l'orgoglio di poter dire "non siamo tutti uguali"». Rivendicazione che non fa alcuna presa su Nichi Vendola. Anzi. Il leader di Sel attacca a testa bassa: «Non si può dire alla nostra gente, la gente di centrosinistra, che i nostri hanno negli occhi solo una pagliuzza, mentre quelli di centrodestra hanno le travi. Così non va. Ogni elemento di opacità va rimosso». Però poi, interrogato dai cronisti che gli chiedono se non ritenga di aver commesso un errore nel nominare in Giunta in Puglia Tedesco come assessore, il governatore si limita a replicare: «Non rispondo». A ognuno i suoi scheletri nell'armadio.

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