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L'odissea investe Termini

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«Iltreno Frecciarossa per Milano Centrale passerà via Pisa evitando la fermata Tiburtina. Ci scusiamo per il disagio». La voce metalliza dell'altoparlante alla stazione Termini echeggia binario dopo binario. L'annuncio, lungo una domenica di caos trasporti, si ripete a - quasi - ogni treno. E così, mentre a Tiburtina il fuoco arde, il principale scalo romano diventa un enorme sala d'attesa a cielo aperto. Paolo è seduto a terra. È un uomo sulla cinquantina, alto, brizzolato e la t-shirt azzurra con la scritta «Zanzibar». Stamattina è atterrato a Roma con sua moglie e i tre figli. Poi è arrivato a Termini. Qui, sarebbe dovuto partire ancora una volta per arrivare a casa, a Bologna. Ma la fatica del viaggio di ritorno deve superare un'altra prova. «Sono quattro ore che aspettiamo - dice Paolo a bassa voce - e sembra un'odissea. Sarà che siamo sulla via del ritorno da ieri e siamo stanchi... Però, che dire, con tre ragazzini è davvero dura. Capisco l'incendio, non possiamo farci nulla. Aspettiamo». Come Paolo ci sono migliaia di persone. Ognuna con una storia. Tutte accatastate su poche panchine o in terra. Valigie su valigie intasano i corridoi. Qualcuno le stende sul pavimento e improvvisa un materasso su cui riposare. Altri si danno alla lettura. Molti prendono d'assalto il McDonald's. Ma dopo mezz'ora di svago, in giro tra i negozi di Termini, si torna con la testa china tra le gambe. In attesa. Fanno un lavoro straordinario, invece, gli addetti all'assistenza clienti di Trenitalia. Ci sono due postazioni fisse, all'entrata, e due mobili, tra il binario 5 e 6. Più qualche dipendente con la pettina delle Ferrovie. Romani e turisti formano una fila interminabile per chiedere aiuto. «Ma il mio treno è stato soppresso?», «Mi scusi, mia moglie deve andare a Bolzano. Le conviene partire oggi?», «Sono quattro ore che aspettiamo di partire per Napoli: volete farci sapere qualcosa?!». A cui si aggiungono le domande di normale amministrazione: «Signorina, dove posso obliterare il biglietto?». Forse, quattro info-postazioni sono poche. Non a caso sono investiti di domande anche gli agenti dell'Italpool, che devono sorvegliare la sicurezza nei negozi, i dipendenti della Croce Rossa, carabinieri e poliziotti. Per non parlare della Protezione civile. Sono arrivati volontari da diverse regioni. Non c'è la consueta distribuzione di acqua. Ma c'è la Protezione civile del Lazio, l'associazione europea operatori di polizia e l'associazione nazionale carabinieri. Ogni passeggero in attesa cerca un pizzico di speranza. I volontari ci provano, ma in questa domenica è davvero dura. Oltre l'attesa però, disagi e malori da far allarmare gli operatori non ce ne sono, complice anche il clima temperato. Tra la gente tanti sospiri e sbadigli. Con lo sguardo fisso sul tabellone luminoso che segna l'ennesimo ritardo.

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