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Il memoriale dell'orrore annunciato su YouTube

Anders Behring Breivik

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Cronaca di un orrore annunciato. Così come erano già state viste le lacrime dei sopravvissuti e le macerie nel centro di Oslo. Da ieri è stato possibile conoscere anche il delirio e i pensieri distorti che si agitavano, e con ogni probabilità si agitano ancora, nella mente di chi ha scatenato l'eccidio. Già consapevole che sarebbe stato considerato «un mostro». «Il più grande mostro dalla seconda guerra mondiale in poi». Insomma, aveva già trovato il «suo» titolo sui giornali Anders Behring Breivik che, prima di prepararsi per la sua «missione» - come egli stesso definisce la carneficina di tre giorni fa, aveva postato 6 ore prima sul web una sorta di memoriale-manifesto, accompagnato da un video riassuntivo caricato su YouTube, nel quale appaiono anche sue foto, armato di fucile di precisione e con un distintivo appuntato sulla spalla della tuta: «Cacciatore di marxisti». Il documento è un volume di 1.500 pagine a metà strada tra un diario intimo, un piano di battaglia e un manuale del perfetto terrorista, con consigli tecnici e logistici per altri «nazionalisti» che avessero voluto seguire la sua strada contro i «regimi multiculturalisti e marxisti» e contro la minaccia islamica che a suo dire incomberebbe sull'Europa. Breivik non esita a definirsi «un eroe», Breivik, «un salvatore del nostro popolo e della Cristianità europea, un distruttore del male e un portatore di luce». La sua ideologia si nutre di fantasie da gioco di ruolo, deliri geopolitici e rimasticature di storia dei Templari, ordine a cui si richiama sostenendo di essere uno dei leader di un «movimento nazionale e pan-europeo di resistenza patriottica». Nel volume, scritto a partire dal 2002 e intitolato «2083-Dichiarazione europea di indipendenza», Breivik prefigura una guerra civile in tre fasi che dovrebbe concludersi proprio nel 2083, 200/o anniversario della morte di Karl Marx, con l'eliminazione dei «marxistì, e con la «deportazione» di tutti i musulmani dal Vecchio Continente. Secondo il quotidiano Atfenposten il 32enne norvegese avrebbe copiato fedelmente il manifesto di Unabomber, alias Ted Kaczynski, il criminale americano che per 18 anni ha inviato pacchi esplosivi in tutto il mondo. Però, la parte che alla lettura si presenta con un impatto emotivo più forte è quella in cui Breivik racconta tutte le fasi preliminari agli attacchi che hanno sconvolto la capitale norvegese: il «duro» allenamento fisico, la preparazione degli esplosiviil reperimento delle armi, le esercitazioni di tiro, la preparazione degli esplosivi. Un «cammino» del quale Breivik intuiva già la fine: «Se sopravviverò alla mia missione - scriveva - sarò etichettato come il più grande (nazi) mostro dalla Seconda guerra mondiale. Dovrò subire un processo multiculturalista. Per me sarà un incubo». Anche se ora, all'indomani del massacro, tramite il suo avvocato fa sapere di desiderare un processo pubblico per «dare le sue spiegazioni». Oggi Breivik comparirà in aula per l'udienza preliminare che dovrebbe convalidarne il fermo e l'avvocato ha assicurato che al magistrato «spiegherà tutto». In base alla legge norvegese, uno dei pochi Paesi ad avere eliminato anche l'ergastolo, oltre alla pena di morte, Anders Behring Breivik potrebbe essere condannato a un massimo di 21 anni di carcere (con proroghe di 5 anni se l'uomo venisse ancora considerato pericoloso).

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