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Regione che vai, ticket che trovi

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Torna il ticket per l'assistenza ambulatoriale e specialistica e per i codici bianchi al pronto soccorso

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Sul far pagare o meno ai cittadini il ticket di 10 euro su visite e diagnostica, introdotto dalla Manovra economica, le Regioni stanno decidendo il da farsi. Come ha ribadito il ministero della Salute, infatti, le Regioni hanno la possibilità di non applicare il ticket sulla specialistica di 10 euro «purchè adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario e del controllo dell'appropriatezza». Al momento, sono tre gli orientamenti: alcune regioni hanno annunciato di voler introdurre il ticket da lunedì, altre non vogliono farlo pagare, altre ancora stanno valutando la situazione per percorrere soluzioni alternative di risparmi. Ad ogni modo, per le Regioni sottoposte ai piani di rientro (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) sarà più difficile trovare soluzioni alternative al ticket. Questa la situazione più nel dettaglio. PRONTE A TICKET Il nuovo ticket scatterà da lunedì in Basilicata (sia il ticket da 10 euro su visite e diagnostica, sia quello di 25 euro per i codici bianchi in pronto soccorso), Sicilia (ticket da 10 euro; già presente il ticket sui codici bianchi), Veneto, Liguria, Lombardia e dovrebbe partire dalla prossima settimana anche in Calabria e Lazio. TICKET CONGELATO, SI STUDIANO ALTERNATIVE In altre Regioni si sta cercano di studiare delle alternative, per evitare la nuova tassa sanitaria. Le Marche, ad esempio, sono orientate all'applicazione del ticket anche se aspettano una riunione con le altre regioni, mentre la giunta dell'Umbria si riunirà lunedì per decidere il da farsi. Per il momento, il ticket non si pagherà, in vista di ulteriori valutazioni, anche in Piemonte, Campania (nella Regione è già previsto un ticket di 50 euro per i codici bianchi al Pronto soccorso e i timori nutriti dall'utenza è che possa aumentare a 75 per effetto della manovra; Qualora si dovesse decidere di procedere, i ticket potrebbero essere articolati in rapporto alle fasce di reddito) e Friuli Venezia Giulia. FRONTE DEL NO I nuovi ticket non scatteranno, per il momento, in Toscana (si studiano interventi alternativi, magari con forme di compartecipazione graduata in base all'età e alla patologia). Le province autonome di Trento e Bolzano non introdurranno il ticket perchè finanziano da sole il comparto Sanità, e così anche la Val d'Aosta. Il Trentino Alto Adige non introdurrà il ticker di 10 euro, ma farà pagare ai cittadini il ticket sui codici bianchi. I nuovi ticket, per ora, non saranno introdotti neanche da Emilia Romagna (il ticket sui codici bianchi è già attivo) e in Sardegna. SI SFILANO ANCHE VENETO E UMBRIA In Veneto non scatterà, per ora, il ticket sanitario previsto dalla manovra economica. Lo ha annunciato il presidente della Regione Luca Zaia. Il presidente ha spiegato di aver assunto la decisione "riservandomi ogni valutazione". "Siamo tra le poche Regioni forse l'unica - ha spiegato Zaia - che ha deciso di affrontare questo nuovo salasso pur non avendo 'superticket' e addizionale Irpef". È una decisione che il governatore ha preso dopo essersi consultato con l'assessore alla Sanità Luca Coletto: "Lo abbiamo voluto fare - ha proseguito Zaia - nonostante minori entrate rispetto ad altre Regioni, si pensi alla Lombardia o all'Emilia Romagna. Anche senza il ticket garantiremo gli alti standard qualitativi delle nostre cure come sempre". Per il momento non saranno applicati nemmeno in Umbria i nuovi ticket sanitari per la diagnostica previsti dalla manovra del Governo entrata in vigore ieri. Lo ha annunciato la presidente della Regione Catiuscia Marini definendo la misura «iniqua e ingiusta che colpisce e danneggia i cittadini». La Marini ha informato di avere dato mandato alla Direzione regionale della sanità di inviare una comunicazione a tutte le Asl per la non applicazione dei ticket in attesa di conoscere maggiori indicazioni che la Giunta regionale discuterà nella seduta di domani. Nel pomeriggio infatti l'esecutivo prenderà in esame una serie di proposte tecniche che la stessa Direzione regionale della sanità sta elaborando in queste ore. «Abbiamo deciso - ha detto la Marini - la sospensione dell'applicazione dei ticket sulle prestazioni diagnostiche perchè la riteniamo una misura iniqua e ingiusta che colpisce e danneggia i cittadini, già pesantemente colpiti dalle ripercussioni della crisi economica sul potere d'acquisto dei redditi specie delle fasce più deboli. Iniqua anche perchè si tratta di una tassa imposta a tutti senza tenere conto delle differenze di reddito. Inoltre una tale misura danneggia lo stesso sistema sanitari pubblico favorendo e aprendo spazi verso gli operatori privati». «In queste ore - ha annunciato la presidente umbra - abbiamo anche avviato un confronto con le altre Regione al fine di individuare ipotesi sostitutive omogenee dei ticket, soprattutto per quelle con i bilanci in regola e dunque senza deficit. L'altro aspetto che contestiamo di questa misura è appunto quello della imposizione da parte del Governo di scelte - ha concluso la Marini - a prescindere dalle condizioni di bilancio della sanità delle singole Regioni».  

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