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L'arroganza di chi sperpera i nostri soldi

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Piazza San Silvestro e piazza del Parlamento ore 16. Auto di grossa cilindrata, c'è anche un enorme fuoristrada, lucetta blu sul tetto, motore acceso per l'aria condizionata e dentro autisti che sonneccchiano con il sedile reclinato. Direbbe Totò: e io pago. Pagano tutte le persone che si muovono con la propria auto accettando di svenarsi ai distributori di benzina, a piedi nel caldo di luglio, o con i mezzi pubblici sempre in ritardo. Invece c'è questa casta di privilegiati che non ha il problema. A tenere fresca l'auto, comprata con i soldi degli italiani, ci sono gli autisti, anche loro a nostre spese, che tengono per ore acceso il motore tanto la benzina che sprecano è a carico dei contribuenti. Questo mentre a poche centinaia di metri si fa largo la manovra: nuovi e pesanti ticket, interventi sulle pensioni, tagli alle detrazioni fiscali. Due mondi in parallelo, chi vive del proprio lavoro, che produce e paga il conto della crisi, e chi vive di politica che si assolve e quasi fa il verso a Totò dicendo: io non pago. Non solo non pago, ma spreco. Uno schiaffo in faccia che indigna. Come esprimono indignazione le migliaia di lettere che riceviamo per reclamare l'abolizione delle Province. Che fossero inutili l'avevano detto già nel '70 i politici più avveduti quando furono istituite le Regioni. Uno fra tutti Ugo La Malfa. Logico che si dovesse andare verso l'abolizione. Invece in questi decenni si sono moltiplicate. Così abbiamo oltre un centinaio di presidenti, centinaia di assessori, migliaia di consiglieri e poi società, auto blu, consulenti segreterie ecc. Ci costano 14 - 15 miliardi l'anno. Se fossero abolite anche domani non se ne accorgerebbe nessuno, salvo quelle migliaia di persone che perderebbero di botto privilegi e stipendi non sempre meritati (non parliamo degli impiegati naturalmente). Eppure la politica resiste. I beneficiari pure. Arroccati nel bollare come demagogica ogni cura dimagrante che li riguardi. È forse demagogia dire che abbiamo più auto blu in Italia che in tutta Europa e Usa messi insieme? Ci costano 20 miliardi l'anno. Metterci sullo steso livello di Francia e Germania sarebbe demagogia? Risparimeremmo miliardi e molta gente dovrebbe prendere l'autobus. Gli farebbe bene. Sarebbe interessante sapere quanti sono i consulenti di ministeri, Comuni, Province, Regioni. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera parla di boom di consulenze e cita la Sicilia dove sono stati arruolati anche chitarristi ed esperti di rane. Ci sono poi i commissari straordinari: centinaia o forse migliaia. Che fanno non sempre si sa. È certo, però, che ogni fine mese passano tutti alla cassa. Per non parlare di deputati e senatori. Sono troppi, lavorano pochi giorni al mese e prendono una indennità quasi doppia alla media dei colleghi europei. Per non parlare dei vitalizi. Ma la manovra per loro può attendere. Se ne parlerà fra qualche anno. Cioè mai. E delle inutili comunità montane c'è qualcuno che ha notizia? E dell'accorpamento dei piccoli Comuni se ne parla più? Certo il Palazzo, Destra o Sinistra è lo stesso, quando deve trovare i soldi sa come renderci la vita più dura e lo fa in tempi record, ma loro, consiglieri, assessori, deputati, ministri, presidenti, consulenti, commissari, delegati porta borse ecc. non si toccano. Per abusare di una parola di moda, si comportano da vera casta. Rimandano tutto a un futuro non meglio precisato. Così le Province, inutili da 40 anni, sono ancora presenti per mangiare i nostri soldi pur di distribuire posti ai tesserati dei partiti. Se paghiamo tutti la crisi, la politica che avrebbe dovuto dare il buon esempio per prima, almeno non abbia l'arroganza di sottrarsi ora. Perché gli italiani sono cittadini non sudditi.

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