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Napolitano firma Tremonti: arriveremo al pareggio

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Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

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La manovra varata dal governo sarà legge "ai primi di agosto" e porterà "linearmente sul sentiero di arrivo al pareggio di bilancio" nel 2014. A indicare la tabella di marcia e' stato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso di una conferenza stampa al Tesoro, in cui ha aperto "a possibili modifiche" al testo purche' "a saldi invariati". L'appuntamento con i giornalisti era previsto ieri ma e' stato rinviato a causa del maltempo che ha impedito a Tremonti di arrivare a Roma in orario. Lo stesso ministro ha tenuto a sottolinearlo aprendo la conferenza stampa (e spiegando nel dettaglio i contrattempi del volo) a cui hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e i ministri Romani, Brunetta, Calderoli, Romano e Sacconi. Il titolare del Tesoro ha illustrato il testo della manovra, che stamattina è stata firmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e stasera sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, a cui si accompagna la delega in materia fiscale e assistenziale che il governo conta di poter avere entro il 2012. La sola delega vale 17 miliardi: 2 per il 2013 e 15 per il 2014. Tremonti ha fornito in serata una tabella per chiarire i numeri: il decreto legge prevede un intervento di manutenzione di 2 miliardi nel 2011 e di 6 nel 2012 e di correzione dei conti di 17,8 miliardi nel 2013 e di 25,3 miliardi (di cui 7,5 aggiuntivi rispetto alla manovra 2013) nel 2014. A questi nel biennio 2013-2014 si sommano 2,2 nel 2013 e 14,7 nel 2014, di cui 12,5 aggiuntivi rispetto al 2013 della delega fiscale. Il ministro ha poi sottolineato che il testo approvato al Cdm "e' quello presentato al capo dello Stato" e ha detto che piccoli ritocchi sono stati fatti dopo il via libera ma non "passaggi fondamentali". Quanto alla delega, Tremonti ha detto che, se non verra' esercitata, scattera' "il taglio del 15%" di tutte le agevolazioni fiscali e assistenziali che valgono oltre 150 miliardi. "Nel 2013 si va a votare - ha avvertito - noi ci presenteremo con la nostra delega e i meccanismi di attuazione, chi non crede nella delega dovra' trovare meccanismi alternativi" per la copertura. Il titolare del Tesoro - che ha anche ammesso di aver pensato alla tobin tax - ha aperto quindi "alle proposte dell'opposizione" e a possibili modifiche del testo, ma senza effetti sui saldi, in particolare sul blocco delle rivalutazione delle pensioni e sul bollo sul conto titoli, confermando che "sono nel decreto" ma che "se ci sono idee diverse che, a saldi invariati, producono gli stessi effetti saranno valutate".  Anche il ministro Sacconi stamane aveva detto che il governo e' "pronto a modifiche" alle norme sulla rivalutazione delle pensioni. Intanto regioni ed enti locali sono sul piede di guerra per i tagli. SCONTRO CON REGIONI E COMUNI  I contenuti della manovra fanno diventare sempre più rovente il clima degli scambi politici tra il governo da una parte e Regioni, Comuni e Province dall'altra. Il braccio di ferro, cominciato in sordina nei giorni scorsi, ha assunto oggi i toni dell'aut aut, sfociando in una conferenza stampa nella quale i protagonisti dei territori hanno essenzialmente spiegato che la manovra economica ha due grandi demeriti: blocca lo sviluppo del territorio e azzera i progetti sul federalismo fiscale. Tutta colpa della scure di Tremonti, che non garantirebbe più la normale erogazione dei servizi: dall'assistenza sociale al trasporto pubblico locale, dalle imprese alla sanità.  Decisamente serrato il timing della giornata: già dal primo mattino Vasco Errani ha riunito in una sessione straordinaria la Conferenza delle Regioni; allo stesso modo l'Associazione dei Comuni ha convocato un Ufficio di Presidenza. E che il clima stesse diventando più che caldo lo hanno dimostrato i toni usati dal presidente facente funzione dell'Anci (nonchè vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera), Osvaldo Napoli, il quale, in una conferenza stampa nel primo pomeriggio ha colto l'occasione per giudicare «iniqua» e «pietra tombale sul federalismo» la Manovra approvata a Palazzo Chigi; il tutto a mò di antipasto prima di annunciare, come forma di protesta, la sospensione unilaterale dell'Associazione agli incontri istituzionali. E il possibile ricorso alla Corte Costituzionale in caso di mancanza di risposte esaustive. Ma Napoli - insieme a tanti altri sindaci, tra i quali Fassino, Alemanno, Zanonato, Vincenzi, Emiliano e Delrio - ha anche fatto ricorso al ramoscello d'ulivo e ha proposto al governo l'avvio di un confronto tecnico sulla sostenibilità dei servizi. A quel punto, annullato un tavolo tra governo, Regioni e enti locali, la palla è passata al leader delle Regioni Vasco Errani, che ha concluso la mattinata di lavori della Conferenza con un incontro con la stampa insieme al presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione e con il vicepresidente dell'Anci (e sindaco di Reggio Emilia) Graziano Delrio. E qui, leggendo il testo di una nota congiunta, Errani ha annunciato che domani nel corso della Conferenza unificata «coglieremo l'occasione per illustrare al governo il nostro punto di vista sulle ricadute che la manovra avrà sui servizi». Dopo aver giudicato «con profonda preoccupazione e disagio la decisione unilaterale del governo di rinviare l'incontro del pomeriggio», i tre presidenti hanno ribadito il duro giudizio sulla manovra, «che non assicura il governo del territorio, vanificando di fatto il percorso del federalismo fiscale». L'esecutivo, ha accusato poi Errani, non terrebbe nel giusto conto la dialettica istituzionale, «disattendendo precise disposizioni di legge che impongono una concertazione dei vari livelli della Repubblica nella realizzazione di manovre economiche». La mancanza di concertazione è stata rilevata anche dal presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione, che ha anche tenuto a ricordare «l'impatto negativo della precedente manovra sugli enti locali: circa 15 miliardi su un totale di 24». Una cosa simile è successa questa volta, ha concluso, «con un peso complessivo di 9,4 miliardi sulle realtà territoriali, senza contare i costi relativi alla sanita». Domani la partita prosegue alle 14 in sede di Conferenza Unificata, al Ministero per i Rapporti con le Regioni.  

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