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Con 5 anni pensione da 2.500 euro

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Mentre i pensionati sono in fibrillazione per l'arrivo del blocco delle rivalutazioni, contenuto nella manovra economica, i parlamentari possono dormire sonni tranquilli. Il vitalizio anche questa volta passa indenne alle sforbiciate del ministro Tremonti. Basta una legislatura, ovvero cinque anni per aver diritto a vita, ad un assegno pari a 2.486 euro lordi al mese (1.700 netti). Il vitalizio che è percepito dagli ex parlamentari al compimento dei 65 anni di età, è il 20% dell'indennità parlamentare pari a 11.700 euro lordi. Per avere questa somma i deputati devono versare solo mille euro al mese. È uno dei tanti privilegi dei parlamentari sul quale diversi governi avrebbero voluto intervenire ma, a parte qualche aggiustamento del tiro (l'ultimo è del 2007), sono stati sempre risparmiati. Sull'importo lordo del vitalizio è applicata una tassazione agevolata giacchè è soggetto a imposta il 90% dell'importo. Le aliquote sono identiche a quelle di tutti i contribuenti. Superata la soglia minima dei cinque anni di legislatura, per ogni anno in più di mandato parlamentare scatta un 4% in più per il calcolo del vitalizio. Così dopo sei anni il vitalizio è il 24% dello stipendio da parlamentare (2.984 euro lordi mensili), dopo sette anni è il 28% (3.481 euro lordi). Se il deputato è stato in carica per otto anni la percentuale sull'indennità parlamentare sale al 32% e l'importo è di 3.978 euro. Dopo tre legislature, ovvero 15 anni, il vitalizio è il 60% dell'indennità pari a 7.460 euro lordi. I benefici non finiscono qui. Per ogni anno di mandato parlamentare oltre il quinto, cala di un anno l'età per il conseguimento del diritto all'assegno, ma con il limite dei 60 anni. Il vitalizio poi è cumulabile con altre forme previdenziali. Questo significa che se il parlamentare oltre all'attività di Palazzo svolge anche un'altra attività professionale che matura la pensione, i due assegni si sommano. E se la legislatura termina prima? Nessun problema: i deputati possono versare le quote per il completamento del quinquennio.  Basta aver svolto il mandato almeno per due anni e sei mesi. Il versamento delle quote può essere effettuato in una sola soluzione o in rate mensili che possono essere il doppio delle mensilità dovute. Se il deputato vuole anche garantirsi la reversibilità deve versare in aggiunta ai mille euro altri 250 euro. In caso di morte del parlamentare, i superstiti possono completare il pagamento delle quote ma con uno sconto: ovvero versare il 60% della somma dovuta dal deputato deceduto. E la rivalutazione? È agganciata a quella dei magistrati. Prodi l'ha bloccata fino al 2012. Oltre questo termine ripartirà la corsa al rialzo.

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