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A Rignano il processo dell'oca

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seguedalla prima di GIUSEPPE SANZOTTA Uno dei componenti del collegio giudicante è stato collocato fuori ruolo dal Csm, ne dovrà essere nominato un altro. Ma il fatto rilevante è che il processo dovrà ricominciare. Per finire quando? Una delle storie italiane su una Giustizia troppo lenta. Crudelmente lenta per un imputato innocente che per anni deve subire il peso di accuse tanto infamanti. Ritardi che, viceversa, sono un aiuto ad eventuali colpevoli. Una ingiustizia per chi ha denunciato abusi sui propri figli e ora vorrebbe sentire la presenza dello Stato. Non c'è dolo in questo caso. Ma sta di fatto che la verità processuale si allontana. Come dimenticare quella drammatica mattina dell'aprile del 2007 con l'arresto plateale di 3 insegnanti, il marito di una maestra e una bidella? Tutti con l'accusa di aver abusato di bambini di tre anni della materna Olga Rovere. Un sollievo per i genitori che da mesi chiedevano alla magistratura di intervenire. Uno scandalo per altri che non ritenevano possibile per le maestre prelevare di nascosto i bambini, portarli in una casa fuori dalla scuola. Così talvolta a essere criticati sono stati i genitori. In qualche caso accusati di aver estorto ai piccoli confessioni su quella casa degli orrori. Ma come capita quasi sempre, l'accusa diventa per l'opinione pubblica già un giudizio. Gli arresti furono revocati: troppo deboli gli indizi. Ma è rimasto un paese che ha avuto un inaspettato e non gradito palcoscenico nazionale, indicato come il comune degli orchi. In assenza di prove schiaccianti, per anni colpevolisti e innocentisti si sono scontrati. Ognuno con le proprie ragioni, ma tutti con il timore che nessuna autorità potesse mettere la parola fine alla disputa. Con lo Stato che si assume attraverso la Giustizia la responsabilità di una sentenza. Ma siamo nel 2011. I fatti risalgono al 2006-2007. E il processo deve ricominciare. Nel frattempo i bambini sono cresciuti. Forse non sono ignari di quanto avviene in quel tribunale di Tivoli, forse sanno che c'è un processo che li riguarda. Dove loro malgrado sono protagonisti. Ci sono i genitori, alcuni maldestramente trasformatisi in 007 dilettanti, altri in cerca di verità. Ci sono poi gli accusati. La loro vita da cinque anni è stata stravolta, tra detenzione, interrogatori e soprattutto la paura di essere considerati dei mostri. Provate a vivere cinque anni così. Certo se fossero colpevoli poco male. Quella sarebbe solo una minima parte della pena che meriterebbero. Ma se fossero innocenti? Se tutto fosse stato costruito da un passaparola che ha fatto breccia nelle naturali paure dei genitori? Noi abbiamo ascoltato in passato delle colleghe delle maestre, erano convinte della loro innocenza. Così come delle mamme sicure di essere incappate con dei mostri. Ecco il compito dello Stato, fare chiarezza. Decidere per tutti. Ma che Giustizia è questa se tecnicismi, procedure, ecc...le impediscono di pronunciarsi? Sembra quasi che si muova non tenendo conto dei tempi degli uomini, come se fosse di un altro mondo. Il 13 luglio si riparte, è fissata una nuova udienza, ma non è chiaro se nel frattempo il Csm avrà avuto modo di nominare un nuovo giudice. Almeno questo lo facciano. Ne hanno diritto accusatori e accusati. Ne ha diritto l'opinione pubblica che vuol sapere cosa è effettivamente successo in quella scuola di Rignano.

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