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Manovra fiscale, Berlusconi: ho usato il buon senso del padre di famiglia

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

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Una manovra fatta «con il buon senso del padre di famiglia», «senza mettere le mani in tasca agli italiani», ma seguendo il rigore che è l'unica condizione dello sviluppo. Berlusconi, al termine di un lungo e difficile Consiglio dei ministri, presenta il pacchetto di misure che dovrebbero consentire di raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014. Il premier ha accanto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. I due sembrano quasi ignorarsi tranne per quel tirato tributo che Berlusconi al termine concede al ministro ringraziandolo per la «pazienza». Chiara l'allusione al fuoco incrociato cui è stato sottoposto nei giorni scorsi e che hanno avuto una coda nel Consiglio. Non a caso Berlusconi insiste sul lavoro collegiale, sull'accordo nel perseguire la strada del rigore. E all'opposizione che già esterna sulle agenzie di stampa, manda a dire che la manovra non è un modo per salvare il governo che durerà fino a fine legislatura e quindi sarebbe preferibile un atteggiamento di collaborazione o almeno di «confronto senza pregiudizi». Non esclude che alla fine dell'esame del Parlamento, possa essere posta la fiducia, «anche perchè ci saranno moltissimi emendamenti che perseguono singoli interessi». Entità dell'operazione 47 miliardi spalmati su tre anni. Il premier rassicura che non è una stangata, le promesse di non mettere le mani in tasca sono state mantenute. «Qualcosina si è attuata, ma di poco conto. Avevamo detto che se consentito volevamo togliere il bollo. Non l'abbiamo aumentato, ma era logico che per le cilindrate molto alte si potesse fare un aggiunta visto che il possesso di auto di quel tipo indica una certa disponibilità». si tratterà quindi di un superbollo per le automobili con oltre 225 kw. Andrebbe a sostituire quella inizialmente prevista per le auto oltre i 170 kw. Ribadisce i tagli all'Ice che passerà dagli attuali 1.200 addetti a circa mille, chiudendo tutti i 14 uffici in giro per l'Italia lasciando in piedi solo Roma e Milano. La riduzione dei costi della politica resta tra le buone intenzioni. Se ne riparlerà nella prossima legislatura. L'obiettivo è di allinearli a quelli dei sei Paesi più grandi dell'area euro, senza toccare i diritti acquisiti. Sarà istituita una commissione, spiega Berlusconi, presieduta dal presidente dell'Istat, partecipata dai maggiori e migliori esperti, che lavorerà in connessione con Eurostat. Tremonti ha precisato che «il diritto all'aereo blu è per il Capo dello Stato, il presidente della Camera, del Senato, il presidente del Consiglio, il presidente della Corte costituzionale mentre tutti gli altri hanno diritto ad averlo prevalentemente per impegni internazionali e comunque tutto è pubblico e motivato». Anche per i partiti politici «c'è l'ipotesi di una ulteriore riduzione rispetto a quanto già fatto» ha detto Tremonti spiegando che, «sempre dalla prossima legislatura, c'è il vincolo a non prendere i soldi in caso di interruzione anticipata della legislatura». In Consiglio dei ministri non è stato affrontato il nodo del candidato alla successione a Draghi per la guida della Banca d'Italia. «Siamo consapevoli che è un posto importante e che deve essere ricoperto da persona adeguata, e stiamo valutando i candidati con un procedimento che non è affrettato ma, diciamo, proporzionale all'importanza della scelta e della carica da occupare» ha detto Berlusconi lasciando intendere che i tempi si allungano. Tra le novità dell'ultima ora arriva anche la liberalizzazione degli orari dei negozi. Nel pacchetto le liberalizzazioni (professioni, orari), tagli a Regioni , province e comuni e interventi sulla sanità (l'arrivo dei ticket dal 2012). Poi l'innalzamento graduale delle pensioni delle donne e la stretta sugli stipendi pubblici e sulle visite mediche di controllo per gli impiegati statali. Tremonti, con tono soddisfatto, ha ricordato che sono stati già centrati» gli obiettivi per il biennio 2011/2012. «Ora siamo sul cammino di avvicinamento al traguardo. Nessuno ha pensato al pareggio di bilancio, previsto nel 2014, già nel 2011. Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile. Niente di più, niente di meno di quanto sta nei programmi europei». «In questi tre anni - ha concluso Tremonti - abbiamo fatto la cosa giusta». Il ministro ha precisato che il «pareggio di bilancio non è un obietivo di ragioneria nè di economia, ma politico ed etico perchè è una questione che riflette la responsabilità tra cittadini e generazioni». Tremonti ha insistito sui concetti di rigore e sviluppo. Quanto alle misure per lo sviluppo, il responsabile dell'Economia ha citato, oltre al forfait fiscale per i giovani imprenditori (al 5%, il più conveniente d'Europa, che riguarda le imprese fatte dai giovani fino a 35 anni per cinque anni), «l'agganciamento del favore fiscale per nuovi contratti modello Cgil-Cisl-Uil-Confindustria», la liberalizzazione del collocamento, «la radicale riforma, concordata con tutte le parti, del processo civile», il posizionamento dell'Ice sotto il ministero degli Esteri. «È una manovra efficace e giusta - ha detto Tremonti - e con la ristrutturazione dei regimi di forfait riusciamo a finanziare tranquillamente la parte fiscale». Tremonti ha citato anche le delega per la riforma fiscale e assistenziale, «due torri di Babele», che saranno finanziate recuperando fondi con la rimodulazione di altre forme imposizione, riducendo la spesa e poi «resta come dividendo fiscale l'enorme bacino dell'evasione fiscale che deve e può essere ridotta, abbiamo cominciato a operare e a recuperare, in Italia si continua a dichiarare molto poco di imposte fiscali, l'importo dell'evasione fiscale riducibile è ancora molto, molto elevato». Insomma, per il ministro, si è trattato di «un lavoro molto importante, una discussione di grande interesse per tutti, con consenso unanime».

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