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Fassino: solo maquillage, non cambia nulla

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Ilrischio di sottovalutare il «fenomeno» Alfano è stato messo in evidenza da Di Pietro, che in controtendenza rispetto al segretario del Pd Bersani, dice che occorre «prendere atto con rispetto della nomina». Anche Vendola tra le righe lascia intendere che l'arrivo del nuovo segretario del Pdl non va sottovalutata. «Alfano è uomo intelligente e preparato anche se la crisi del centrodestra e del Pdl, lo stesso declino di Berlusconi, sono fenomeni non certo risolvibili dalle abilità individuali». Per il leader di Sel, il cambio di passo nel partito di maggioranza rivela che «Berlusconi è in difficoltà e non ha una strategia chiara su come affrontare la crisi del berlusconismo». Resta dominante a sinistra lo scetticismo sull'autonomia del neosegretario. Gianluigi Pellegrino, legale del Pd che ha curato con successo ultimamente la questione dei ricorsi in Cassazione sui referendum, passa ai raggi X le modifiche allo statuto del Pdl. «Confermano inequivocabilmente - è la sua tesi - che il neo segretario Alfano non è in alcun modo definibile come segretario politico democraticamente eletto, ma solo come segretario esecutore delle decisioni del presidente». Il sindaco di Torino, Piero Fassino, cavalca la tesi dell'«operazione di maquillage che per un breve periodo può dare un po' di respiro». Fassino è però scettico che «possa risolvere il problema. Questo non è uno scenario - ha osservato - che ci fa pensare che si possa aprire un percorso diverso». «Oggi - ha aggiunto Fassino - l'ostacolo vero è questo governo ed il suo presidente del Consiglio. E noi dobbiamo lavorare per accelerare la crisi». C'è chi nel Pd invita a non limitarsi alle polemiche ma approfittare del nuovo corso del Pdl per avviare un dialogo. Il deputato Dario Ginefra chiede a Bersani di «aprire un confronto con il Pdl. Accettare la sfida delle riforme a partire da quella elettorale per verificare la sincerità del neo segretario Alfano in materia di primarie e di selezione della classe dirigente nel Paese, attraverso un più diretto coinvolgimento dei cittadini». «Si parta proprio dalla riforma dalla legge elettorale - aggiunge - che è la negazione di questo principio democratico e se ne proponga una nuova che possibilmente possa ripristinare i collegi uninominali e istituzionalizzare le primarie, rendendole così forma normativa di selezione di tutti». L.D.P.

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