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A Mirabello il canto libero del Pdl

Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri

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Dieci giorni per cambiare il Pdl. Dal 1° luglio al 10, cominciando con l'investitura ufficiale di Angelino Alfano a segretario del partito per poi continuare con la Festa della Libertà a Mirabello storico appuntamento missino che lo scorso anno si è trasformato nell'evento scissionista di Fli e questa estate accoglierà gli stati maggiori del Pdl ma anche personaggi come Urso, Ronchi, Moffa e Viespoli. Non ancora un ritorno alla «casa comune». E però sicuramente un segnale di avvicinamento e un'apertura al dialogo da parte degli esponenti finiani. Che succede, senatore Maurizio Gasparri?  «Mirabello ha sempre rappresentato un momento emblematico della destra e del centrodestra e dal 7 al 10 luglio accoglierà la Festa della Libertà. Il titolo della manifestazione organizzata dal senatore Alberto Balboni, è "Il mio canto libero" e sarà un'occasione per una discussione pubblica sulle prospettive del partito...». Lo scorso anno, tuttavia, Mirabello fu il teatro della scissione finiana... «Da parte nostra non c'è alcun desiderio di contrapposizione, tanto che Fli nel 2010 scelse il mese di settembre e noi ci incontreremo a luglio». Chi parteciperà?  «Giovedì apriranno la manifestazione Formigoni, Maroni e Rotondi, venerdì sarà la volta di Alfano, Gelmini, Cicchitto e Quagliariello. Ci saranno, poi, personaggi come Urso, Viespoli, Bondi, Moffa e Ronchi per un confronto sul centrodestra del futuro. Sabato parlerò io, La Russa e Meloni. Domenica chiuderanno Matteoli e Scaiola. L'invito è stato recapitato anche a Alemanno, Tremonti e Sacconi. Il dibattito, infine, sarà coordinato dal nuovo direttore del Secolo Marcello De Angelis». Ex Fli e finiani dissidenti che potrebbero essere cooptati nuovamente nel Pdl?  «La loro presenza non segna un momento di ritorno al Popolo della Libertà, ma un possibile nuovo incontro per gestire il processo di riavvicinamento. Ci saranno, naturalmente, anche i quadri intermedi del partito, amministratori locali ed esponenti del territorio che rappresentano la vera anima del Pdl». Servirà pure per fare il punto dopo le due sconfitte alle urne di maggio e giugno? «Certo, e anche per lanciare un messaggio sul futuro, già implicito nella nomina di Alfano di un quarantenne come Alfano a segretario. Il centrodestra e la sua area non finiranno in un cupio dissolvi perché hanno ancora molto da dire e da fare. È normale, inoltre, che un grande partito che difende la logica bipolare metta in agenda una nuova leadership, sebbene senza furie iconoclaste e con l'accordo del presidente Berlusconi». Farete le primarie anche per il premier? «Per ora pensiamo ai prossimi appuntamenti elettorali, come le amministrative, dove le primarie ci saranno certamente, anche se è da decidere, ad esempio per le comunali di Genova, se farle solo nel Pdl o anche con gli alleati della Lega».   E nel 2013?  «Perché no? Lo stesso Berlusconi ha detto che "i cimiteri sono pieni di gente che si riteneva indispensabile". Ne parleremo anche con lui e, se vorrà, potrà prendervi parte». Con Alfano segretario sopravviveranno i coordinatori? «L'obiettivo di questi dieci giorni è rimboccarsi le maniche per costruire una proposta politica vincente in vista del 2013, fornendo una valida alternativa alla sinistra, tenere unito il partito senza cedere alla tentazione di rompere le righe e dare così un messaggio di coesione e chiarezza agli elettori. Quello che accadrà il primo luglio è semplice: Berlusconi resterà il leader, Alfano sarà segretario e i coordinatori continueranno il loro lavoro di "capi dipartimento" in una scala gerarchica che li vede sotto al segretario». Tra le alleanze future ci può essere anche il Terzo Polo?  «Se il Pdl e la Lega fossero uniti ai cattolici di centro prevarrebbero, dicono i sondaggi. Ma è necessario lavorare sui fatti, non sulle alleanze a prescindere. Su temi come la bioetica, la famiglia e la politica fiscale per i nuclei familiari. Anche perché se il Terzo Polo diventase un grimaldello per favorire la vittoria della sinistra, non avrebbe vantaggi da questo punto di vista». Sulle intercettazioni si andrà avanti con il ddl Mastella o il governo ne farà uno tutto suo?  «La consapevolezza che, almeno per la pubblicazione delle intercettazioni, servano regole più severe è generale. Ma ora la priorità è il rilancio del Pdl, non la Giustizia». Che farà il governo per l'emergenza dei rifiuti in Campania? Provvederà a licenziare il decreto, come ha chiesto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? «Io dico sì al decreto governativo. De Magistris, però, deve prendere impegni precisi e non continuare con una raffica sterile di "no". Deve dire quello che vuole fare, altrimenti l'emergenza non sarebbe più temporanea ma permanente». E la Lega? «Se il sindaco di Napoli facesse finalmente chiarezza, avremmo un argomento forte nei confronti della Lega». Condivide la politica di taglio agli sprechi annunciata dalla maggioranza? «È giusto tagliare partendo dalla politica, anche per essere coerenti. Tuttavia si può fare di più. Tagliare i superstipendi alle alte burocrazie, azzerare le agevolazioni per l'editoria, smantellare i distacchi sindacali, indagare sulla gestione delle case degli enti previdenziali di tutte le categorie che avvengono con criteri clientelari. Se la politica dà l'esempio, potrà agire a trecentosessanta gradi. E un gruppo di lavoro ha già preparato un ricco e lungo elenco di tagli da fare».   Ieri il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto ha parlato della bozza Tremonti in termini poco elogiativi, per usare un eufemismo. Ha detto che le bozze dela manovra «andrebbero analizzate da uno psichiatra» e che dimostrano come il ministro dell'Economia voglia unicamente «trovare il modo di far saltare banco e il governo». Il suo commento? «Calma e sangue freddo...».  

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