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Il sì della Carfagna nel castello blindato

Mara Carfagna sposa Marco Mezzaroma

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A pochi chilometri da Roma, eppure così ben nascosto che anche i curiosi più tenaci si scoraggerebbero. Una strada sterrata, in cui bisogna procedere a passo d'uomo con il rischio di forare una gomma. E poi, finalmente, si scorge il castello di Torrimpietra immerso, quasi nascosto, tra la fitta vegetazione. Ai lati del sentiero balle di fieno e poche ombre in un pomeriggio rovente di inizio estate. È qui che ieri Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ha sposato il costruttore romano Marco Mezzaroma. Ai lati della strada uomini della sicurezza che comunicano con le radio, informandosi a vicenda dell'arrivo di ogni auto o passante. In realtà, di curiosi non ce ne sono, eccetto fotografi e giornalisti che cercano di passare inosservati. Ma è difficile superare la sicurezza: da una radio una voce intima di non far passare un giornalista non accreditato. Altri provano comunque a inoltrarsi nella strada sterrata che circonda il castello. Un cameraman riprende le uniche persone che passano sul ciglio del sentiero per una passeggiata. Da una macchina si sporge una signora di mezza età che chiede di chi sarà il matrimonio che sta per essere celebrato. In effetti, l'unico che entra tranquillo evitando il terzo grado dei buttafuori, è il fotografo ufficiale. Polo arancione e pantaloni marroni, ma in una mano tiene un vestito da cerimonia avvolto nel cellophane, e nell'altra gli attrezzi del mestiere. Poi, poco dopo le 17 e 20, passa una macchina di servizio con i vetri oscurati. Dalla radio arriva una voce che informa: è Mezzaroma. Lo sposo è arrivato. Dieci minuti dopo, in un'altra vettura si intravede un sacerdote e una donna anziana. Un via vai di auto scure guidate da eleganti autisti, ma della sposa ancora non c'è traccia. Solo 2 camionette della polizia e una volante dei carabinieri. Il matrimonio dell'estate è davvero blindatissimo. Poco dopo passa una signora, che cammina accaldata.  «Cosa c'è oggi al castello? Perché gli agenti non mi hanno fatto passare. Io volevo approfittarne per comprare i buonissimi formaggi che vende il negozietto lì». Ogni dubbio è interrotto dal passaggio di cinque motociclette dei carabinieri seguite da due auto blu con i vetri oscurati. Eppure, per un attimo si riesce a intravedere il profilo del premier Silvio Berlusconi con il gomito appoggiato sul vetro del finestrino che è uno dei testimoni di Mara Carfagna. L'altro è il fratello del ministro, Gianrocco. Sono passati pochi minuti dalle 18. Poco più tardi una guardia grida: «La scorta del presidente è arrivata a fare il sopralluogo ma non sanno dove devono andare!». Un rapido scambio di battute, e un nome che spunta: il presidente di cui si parla è quello della Lazio, Lotito. «È il cognato dello sposo, sua moglie ha organizzato tutto!». E in effetti Mezzaroma è imparentato con il presidente della squadra biancoceleste. Subito dopo un'altra auto blu e un viso che guarda fuori dal finestrino. È Gianni Letta. E, un attimo dopo, tra gli addetti alla sicurezza la comunicazione che deluderà i curiosi dell'ultima ora, appostati sulle staccionate del sentiero. La sposa ha deciso, all'ultimo momento, di raggiungere la Chiesa da una strada secondaria. Una signora, che non vuole rassegnarsi, chiede a una guardia del corpo: «Ma la sposa passerà di qua?» Lui la guarda, sorride e risponde: «No signora. La sposa ora si sta sposando». La cerimonia nuziale tra Mara Carfagna e Marco Mezzaroma è iniziata intorno alle 18.30 e i due sposi hanno pronunciato il sì alle 19.15. Il matrimonio è stato officiato da don Alfonso Santoriello, padre spirituale del ministro e salernitano come lei. Con il sacerdote anche il vescovo Benedetto Tuzia. La sposa aveva le spalle scoperte e indossava un abito bianco in seta con un lunghissimo velo di tulle, sempre in seta, ricamato lungo i bordi con un pizzo di Bruges. La mise è stata disegnata dalla sarta Pinella Passaro, la stessa che realizzò l'abito nuziale della madre della Carfagna. Fra gli ospiti, oltre al premier e a Gianni Letta, i ministri Giorgia Meloni, Stefania Prestigiacomo, Mariastella Gelmini, Maurizio Sacconi, Raffaele Fitto e i governatori di Lazio e Campania, Renata Polverini e Stefano Caldoro. Presenti inoltre i parlamentari Antonio Martino, Melania Rizzoli, Paola Pelino, Michaela Biancofiore e Guido Crosetto. Terminata la cerimonia, per gli sposi e i loro invitati spazio all'aperitivo, in attesa della cena nella cornice del Castello di Torre in Pietra. Berlusconi per un attimo ha voluto anche parlare di politica e, discutendo con alcune deputate, si è lasciato scappare un «ora è il momento di stare uniti».

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