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Caldoro batte i pugni: "Non pago per altri"

Stefano Caldoro

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Io non ci sto. Stefano Caldoro prende in prestito per un giorno il grido che fu di Oscar Luigi Scalfaro e parte all'attacco di tutto e tutti. Il governatore della Campania è per ora, come spiega il procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore, «l'unico indagato» nel fascicolo aperto sull'emergenza rifiuti. È accusato di epidemia colposa. Ma lui non ci sta a pagare per tutti. Così, nel giorno in cui nel capoluogo campano si registra un calo delle tonnellate di spazzatura per strada (1.720 contro le 1.850 di sabato con la situazione che resta comunque critica), convoca una conferenza stampa. E si toglie più di qualche sassolino dalle scarpe. «Non ci sto - esordisce - a pagare le colpe di 15 anni di inadempienze e responsabilità dei comuni, responsabilità anche perduranti ancora oggi. Non ci sto a pagare le colpe dei ricatti e del boicottaggio della camorra. Non ci sto rispetto ai comportamenti irresponsabili, di fronte a questa emergenza nazionale, della Lega Nord. La Regione ha fatto tutta la sua parte, avendo poteri minimi e residuali». Anche per questo Caldoro batte i pugni sul tavolo e annuncia: «Continueremo a fare la nostra parte ma da oggi, finché non ci saranno risposte forti da parte del governo e degli enti locali della Campania, la Ragione abbandona i tavoli istituzionali e nazionali presso il governo e la prefettura. I cittadini devono sapere dove sono le vere colpe e le responsabilità che sono ben lontane dall'ente Regione». Il presidente campano non ce l'ha con i magistrati cui, assicura, fornirà «tutti i chiarimenti necessari, anche documentali, così come ho sempre fatto quando sono stato chiamato». Certo, avrebbe potuto firmare delle ordinanze come dicono gli investigatori, ma ricorda che finora, «grazie all'intese», sono state trasferite in altre province della Campania ben 100mila tonnellate di spazzatura provenienti dalla provincia di Napoli. L'obiettivo di Caldoro sono quindi i sindaci e il governo. Ai primi ricorda che «sono la massima autorità sanitaria» e quindi hanno le competenze e il dovere di affrontare l'emergenza. «Per quale motivo Nola e Portici riescono a superare le crisi tenendo le strade pulite? - domanda - Mentre altri, come Napoli, non riescono a farlo? I sindaci hanno la responsabilità di far trovare sul loro territorio le condizioni per far funzionare il ciclo. Noi daremo sostegno economico, tecnico ed anche politico per favorire gli accordi nei comuni per aprire siti di trasferenza, siti di stoccaggio e discariche. Ma sono loro che devono rispondere con atti adeguati al problema. Devono lavorare per l'autosufficienza. È un loro compito. Se c'è un'emergenza bisogna agire con misure adeguate. E se poi qualcuno ha 1150 tonnellate di rifiuti (il riferimento è a Napoli ndr) deve rispondere per 1150 tonnellate». Poi alza il tiro. «La loro posizione è incomprensibile e inaccettabile», spiega attaccando la Lega, anche perché l'emergenza si risolve «con la solidarietà e l'aiuto di tutti. L'emergenza è nazionale». Quanto all'esecutivo Caldoro ribadisce: «Noi abbiamo rispettato i cronoprogrammi delle intese istituzionali, altri non lo hanno fatto. Compreso il governo». E difende l'operato dell'assessore all'Ambiente della sua giunta Giovanni Romano: «Uno degli assessori più competenti, se non il più competente, come dicono a livello nazionale». L'ultimo riferimento è al ruolo giocato nell'emergenza dalla camorra. Il governatore mostra un'inedita sintonia con quanto detto dal neosindaco di Napoli Luigi De Magistris: «La camorra guadagna sulla crisi, sull'emergenza, alla camorra non interessa che il sistema funzioni. Anche quello che sta avvenendo a Napoli, come ha denunciato De Magistris, deve far scattare l'allarme». Ma in serata il primo cittadino lo critica: «Credo sia un errore ritirarsi dai tavoli istituzionali. Il governatore non può ritirarsi sull'Aventino, perché credo che sia un dovere suo, mio e degli altri restare sempre in contatto, nell'interesse dei cittadini».

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