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Si riparte da Mastella

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano

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Il polverone P4 che impazza sui giornali, i membri del Pdl che sentono ormai di appartenere a tutti gli effetti a un partito «spiato», il timore - da parte di alcuni rappresentanti dell'opposizione - che le cimici dello spietato Henry John Woodcoch non si "nutrano" soltanto di orecchie e cornette berlusconiane.Il Palazzo è in fibrillazione. È tempo di tirar fuori dal cassetto i provvedimenti per regolamentare l'uso delle intercettazioni. E anche alla svelta. Stavolta, però, nessun blitz. Nessun decreto lampo per stoppare gli ascolti e bloccare con un intervento legislativo d'urgenza la pubblicazione delle telefonate intercettate. La legge in materia, comunque, ci sarà. Arriverà entro l'estate, ma - assicura il ministro della Giustizia, Angelino Alfano - non sarà un dl, bensì un disegno di legge. «Non intendiamo fare un decreto legge né orientare la prua in una direzione diversa da quella del ddl che il 29 luglio scorso era stato discusso alla Camera - spiega il Guardasigilli - Abbiamo scritto un percorso tre anni fa». E da questo, insomma, si riparte. Il tentativo del futuro segretario del Pdl è quello di aprire il dialogo con le opposizioni. Pierluigi Bersani sembra in prima battuta incoraggiare i colleghi della maggioranza, invitando il Guardasigilli a prendere come punto di partenza la proposta dei democratici (che vieta la pubblicazione degli ascolti irrilevanti). Poi, però, arriva il consueto ripensamento democratico: l'argomento non costituisce una priorità, si precisa. Non la pensa così il ministro degli Esteri Franco Frattini, secondo cui dopo le paginate di intercettazioni pubblicate nei giorni scorsi «i buoi ormai sono usciti dalla stalla. Serve una legge entro l'estate». Da Bruxelles Silvio Berlusconi rincara la dose: «Questa non è vita - si lamenta - Non è un Paese civile quello in cui non si può alzare il telefono e parlare liberamente senza poi vedere le conversazioni sui giornali il giorno dopo, senza che ci sia nulla di penalmente rilevante. Su questo - dice - credo che possano concordare tutti». Ma non è così: perché dalle opposizioni si alza la guardia su quelle che possono essere le mosse della maggioranza per riavviare la discussione sul tema e si riconferma il no a «leggi bavaglio». Frattini prova a mediare: «Basterebbe prendere il lavoro fatto nella precedente legislatura, con le proposte della sinistra, e in questa legislatura, con le proposte del centrodestra», spiega. Il Cav invece rilancia: «C'è la possibilità che si riprenda dal testo Mastella», azzarda confermando l'intenzione di andare avanti con una legge che metta un freno una volta per tutte alla pubblicazione degli ascolti. Nel luglio 2007 il testo dell'allora Guardasigilli ottenne 447 voti favorevoli, 7 astensioni e nessun voto contrario. Tutti contenti, insomma. Tranne gli spioni.

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