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«L'Italia cresca per ridurre le disuguaglianze sociali»

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Questal'opinione sulla situazione economica italiana del Segretario Generale dell'Ocse, Angel Gurria (nella foto), che ieri ha presentato a Parigi il rapporto «Uno sguardo sulla pubblica amministrazione 2011». Gurria ha sottolineato «che con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, abbiamo una sfida: andare avanti con le riforme strutturali, ma senza dimenticare gli aspetti sociali, vale a dire con un occhio di riguardo per chi è più vulnerabile». «Il problema - ha proseguito Gurria - è che ci sono troppe vittime della crisi». A partire dai «giovani frustrati per la mancanza di opportunità». Secondo il rapporto Ocse in Italia la diseguaglianza di reddito è più alta della media dei 31 Paesi che fanno parte dell'organizzazione. Per sanare queste diseguaglianze l'Italia ha scelto negli ultimi 10 anni di «aumentare la spesa per i poveri». Gli economisti parigini spiegano che il governo italiano «ha in parte controbilanciato il crescente divario tra ricchi e poveri aumentando la tassazione sulle famiglie e spendendo di più in benefici sociali per i più poveri». Si tratta, secondo l'Ocse, di un «fatto inusuale». Fra i punti meno lusinghieri per l'Italia c'è - secondo il rapporto - la poca spesa per l'istruzione e per la sanità con stipendi degli insegnanti «considerevolmente inferiori rispetto alla media di quanto guadagnano i lavoratori del terziario». Nel 2008 la spesa per istruzione nel nostro Paese rappresentava appena il 9,3% dell'intera spesa pubblica, uno dei livelli più bassi fra i paesi Ocse e ben al di sotto della media complessiva (13,1%). Ancora più basso il livello di spesa dedicato alla sanità: nel 2008 ammontava al 4,6% della spesa pubblica complessiva, contro il 14,7% della media.

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