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Ddl anticorruzione, ok dal Senato

L'aula del Senato

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Il Senato ha approvato oggi in prima lettura il ddl sul contrasto alla corruzione. Favorevoli Pdl, Lega e Coesione Nazionale, contrari Pd, Idv e Terzo Polo. L'esito della votazione è stato: 145 senatori favorevoli, 119 contrari e 3 astenuti. Il ddl passa adesso all'esame della Camera dei Deputati. Con questo testo, viene introdotta una novità frutto di un accordo tra governo e Pd: Il nuovo testo predisposto dal governo, la Civit (commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche) opererà anche come Autorità nazionale anticorruzione. La commissione collabora con gli organismi stranieri, approva il piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica, esercita la vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e sull'efficacia delle misure adottate, riferisce al Parlamento sull'attività di contrasto al fenomeno corruttivo. La commissione può anche esercitare poteri ispettivi e ordinare la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani anticorruzione. Al Dipartimento della funzione pubblica, secondo linee di indirizzo adottate dal comitato interministeriale, spetta il compito di coordinare l'attuazione delle strategie e contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, promuove e definisce norme e metodologie comuni per la prevenzione, predispone il Piano nazionale anticorruzione, definisce modelli standard delle informazioni e dei dati occorrenti per il conseguimento degli obiettivi previsti. E' su questa norma che si è registrata una spaccatura in seno all'apposizione: l'Idv, che ha partecipato all'accordo sull'emendamento in materia, all'ultimo si è sfilata e si è astenuta nella votazione. Contrario invece fin da subito il Terzo Polo, che avrebbe preferito una nuova Authority per il contrasto alla corruzione, in quando la Civit è "troppo legata al governo". Opposizione invece compatta nel contrastare, senza successo, la delega che il Senato ha attribuito al governo al governo il compito di definire le norme sulla incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo per chi ha sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.L'opposizione ha duramente protestato perchè ritiene che materie come incandidabilità e ineleggibilità siano di stretta osservanza parlamentare e non possono essere demandate al potere esecutivo. Per il resto, secondo il sottosegretario Andrea Augello, che ha seguito il provvedimento al Senato per il governo, la nuova legge "introduce maggiore trasparenza nei procedimenti autorizzatori e concessori, nella scelta dei contraenti per l'affidamento dei lavori e nelle procedure di assunzione concorsuale; stabilisce regole più certe nei giudizi di responsabilità erariale innanzi alla corte dei conti, rendendo più efficace il sequestro conservativo sui beni dei responsabili e garantendo così il risarcimento del pregiudizio arrecato; determina le condizioni per individuare le attività di impresa particolarmente a rischio di infiltrazione mafiosa, prevedendo meccanismi di aggiornamento dell'elenco; innalza, mediamente di un terzo, le pene per tutti i reati connessi alla corruzione".

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