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Il Sud è virtuoso. Lo dice la Lega

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Umberto Bossi

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«Nord uber alles». Il Veneto vince la medaglia d'oro delle regioni che hanno Comuni e Province più virtuose, segue la Lombardia che pur essendosi conquistata il primato per l'efficienza regionale si è classificata seconda per quanto riguarda quella provinciale e addirittura quinta per quella comunale. E se la medaglia di bronzo se l'è meritata la rossa Emilia Romagna (terza per buongoverno regionale e comunale ma undicesima per quello provinciale) la vera sorpresa è vedere che, secondo quanto emerso da una statistica messa a punto per conto del Gruppo consiliare della Lega Nord Veneto, appena giù dal podio si posiziona la «meridionalissima» Puglia. E così il governatore Nichi Vendola riesce nel miracolo di far entrare la sua terra tra quelle del Sud che hanno un indice di virtuosità più alto. Un valore che emerge dai dati Istat, della Corte dei Conti, della Ragioneria dello Stato e dei Ministeri e che misura il grado di efficienza delle pubbliche amministrazioni seguendo parametri prefissati per comporre una graduatoria delle performance dei singoli enti. Tre, finora, i lavori prodotti da Plancia a cui è stata commissionata l'indagine. Che è diventata un valido strumento di management politico per affrontare il tema delle ripercussioni sul territorio del Federalismo fiscale. E così i fedelissimi dell'Umberto, dopo aver calcolato l'indice di virtuosità relativa delle Regioni, dei Comuni e, proprio qualche giorno fa, delle Province, possono utilizzare un dettagliato quadro che per Federico Caner, capogruppo della Lega Nord in Regione Veneto può diventare strumento di dialettica politica: «Da questo calcolo di virtuosità territoriale è emerso che esiste un legame tra l'efficienza amministrativa e l'autonomia fiscale: nei territori in cui le Amministrazioni locali dipendono meno dai trasferimenti statali (ovvero, si finanziano prevalentemente con risorse proprie) si registrano performance di amministrazione più elevate (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna); diversamente, dove l'autonomia è minore (Molise, Calabria, Campania) l'azione di governo è più carente. Anche questo è un indizio (o forse una prova) del fatto che dove regna la finanza derivata ci sono maggiori fenomeni di inefficienza nella gestione della cosa pubblica e i servizi non risultano migliori; per questa ragione, la riforma del federalismo fiscale, mediante il superamento dei trasferimenti ‘storici' e l'attribuzione di entrate legate al territorio, potrà avere soltanto effetti positivi verso una maggiore responsabilizzazione e un miglioramento nella gestione delle risorse pubbliche». Ma Caner non solo riserva parole d'elogio alle regioni virtuose del Nord. Proprio pensando al risultato della Puglia, spiega: «Quel dato è significativo e dimostra che anche al Sud è possibile fare buona amministrazione». Anche se poi, analizzando i dati delle tre graduatorie non perde l'occasione per bacchettare il Meridione: «Il fatto che le posizioni siano abbastanza consolidate offre lo spunto e la conferma per ritenere che le amministrazioni del Sud dovranno essere le più coinvolte nel processo di razionalizzazione e di miglioramento dell'efficienza pubblica. Tale affermazione non può essere liquidata come un'impresa impossibile e proprio in questo caso le buone performance degli enti locali pugliesi e in parte delle Province campane ne sono chiara testimonianza». Basta infatti andare a vedere i numeri per capire che, nonostante la tripletta di regioni che chiudono la classifica di virtuosità sia composta da tre regioni del Sud come Campania, Calabria e Molise, andando ad analizzare i singoli elementi che compongono il dato finale emergono delle eccellenze anche nel Meridione. Per esempio il Molise è leader a livello comunale per quanto riguarda la sostenibilità del debito, mentre la Calabria è terza per le spese di funzionamento procapite dei Comuni. Per quanto riguarda le Province il Molise è primo per la velocità di riscossione delle entrate mentre in Abruzzo avvengono il minor numero di sinistri lungo le arterie provinciali. E nel Lazio cosa succede? La regione governata da Renata Polverini paga il suo 11° posto nella classifica generale proprio per colpa della gestione sanitaria. Infatti basta andare a vedere il dettaglio delle virtuosità regionali e risulta essere al 15° posto per quanto riguarda il rapporto tra avanzo e disavanzo sanitario procapite. Il Meridione quindi torna ad essere quel carrozzone che i nordisti si sarebbero stancati di «foraggiare» ed ecco che, per l'ennesima volta, i leghisti sferrano l'ennesimo attacco: «I dati indicano una strada sola: non è più possibile - spiega Caner - la politica dei tagli lineari che non distingua tra Enti virtuosi e non. Il processo che da oggi al 2014 porterà all'attuazione del federalismo non può basarsi sulla certezza che i risparmi dei veneti (il cui residuo fiscale ammonta a oltre 17 miliardi, cioè 3.519 euro pro capite) o dei lombardi (5.193 euro pro capite) continuino a finanziare le spese delle amministrazioni locali meridionali».

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